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406 Storia delle Arti del Disegno

laceam, com’è verosimile. Ho poscia trovato che prima di me avea fatta quella correzione un erudito tedesco1.


[Massi di marmo con iscrizione.] §. 24. Sembra che la barbarie allora tutta invadesse Roma in un istante, il che può conchiudersi dalle molte colonne e grandi conche d’alabaftro e di marmo, con grossi piedestalli e massi enormi di marmo straniero colà scavati ove era una volta il porto, o piuttosto la spiaggia del Tevere a cui approdavano le barche, sotto il monte Aventino, e dove oggidì ha il signor duca Sforza Cesarini una vigna in cui veggonsi gli avanzi de’ magazzini antichi. Questi sassi erano probabilmente lavorati in estero paese, trasportati a Roma, e ivi venduti per servirsene in alcune fabbriche, le quali forse restarono ineseguite per l’irruzione de’ popoli del Nord in Italia. Una delle colonne ivi scavate d’alabastro fiorito, alta ventiquattro palmi, la quale è il più bello e ’l più gran masso di quella pietra che li conosca, vedesi nella villa Albani ove pur sono due gran tazze dello stesso alabastro di dieci palmi di diametro, che furono trovate rotte con pezzi di più di dieci altre simili tazze. Nel mezzo ad una di quelle v’è la testa di Medusa, e all’altra v’è quella d’un Tritone, o forse d’un Fiume; e siccome tali vasi non hanno alcun foro, è probabile che servissero, come oggidì i bei vasi, per ornamento di qualche fabbrica2.

§. 25. Che tali opere non siano di tempi molto lontani da quelli di cui parliamo, argomentali da due gran massi di marmo cipollino non lavorato, ne’ quali vedesi incisa un’iscrizione, le cui lettere hanno una forma, ch’è propria di questa età. Su uno v’è il nome d’un console, probabilmen-


te


  1. Triller Observ. crit. lib. 4. cap. 6. [ Riprovato dal P. Paciaudi Monum. peloponn. Tom. ri. pag. 44.
  2. Vi fu ritrovata anche la bellissima colonna d’alabastro orientale, che si vede nel museo Capitolino. Ved. Ficoroni Vetera monum. &c. in appendice delle Gemmæ literatæ., &c. pag. 115. Il signor duca Cesarini vi trovò un gran pezzo di plasma di smeraldo, col quale fece tavolini bellissimi.