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278 Storia delle Arti

trucidato con tutta la real famiglia, i capi della fazione si unirono ai Cartaginesi; il che diede occasione a Marcello d’invadere quella città e devastarla1, come si dirà in fine di questo Libro.

[e presso i re di Pergamo.] §. 5. Fra i protettori dell’arte a quelli tempi annoverarsi denno due re di Pergamo, Attalo II. ed Eumene II. suo fratello e predecessore2. Questi due principi, cui la saggezza e l’amore pe’ sudditi renderono immortali, d’una piccola provincia ne fecero un regno possente, e tante ricchezze ammassarono, che le dovizie attaliche passarono poscia in proverbio3. Cercarono amendue di guadagnarsi l’amore e la stima de’ Greci colla liberalità; ed Attalo fra le altre cose fabbricò presso all’Accademia d’Atene un giardino al filosofo Lacide, capo della nuova setta accademica4, in cui tranquillamente viver potesse ed insegnare. Molte greche città provarono gli effetti di sua beneficenza, e Sidone fra quelle fecegli in riconoscenza ergere nella pubblica piazza una statua colossale presso quella d’Apollo5. Al pari d’Attalo avea saputo meritarsi Eumene l’amor de’ Greci, onde molte città del Peloponneso gli erezzero delle statue6.

§. 6. Mirando que’ sovrani al vantaggio e alla gloria de’ loro stati, fu il primo loro pensiere d’invitarvi e proteggervi le scienze. A tal fine formossi in Pergamo una collezione numerosissima di libri, destinata all’uso pubblico, e tale che Plinio dubitava se si fosse dovuta preferire alla biblioteca Alessandrina eretta al tempo stesso sulla medesima idea7. Grandissima era la sollecitudine de’ letterati sì d’Alessandria che di Pergamo per raccogliere i libri migliori, e sì libe-

  1. Liv. lib. 24. c. 2. n. 4. 5., c. 11. segg.
  2. Strabone lib. 13. pag. 925. seg.
  3. Costant. Porfirog. Excerpta Polyb. pag. 167. e 168.
  4. Laert. lib. 4. segm. 60. p. 262. Tom. I.
  5. Constant. Porphyrog. Excerpta Polyb. lib. 17. pag. 97.
  6. Ibid. lib. 27. pag. 132. [che poi volevano atterrare.
  7. lib. 35. cap. 2. sect. 2. [ Dice che gareggiarono que’ due sovrani d’Egitto, e di Pergamo per fare una più bella libreria; e che non sapeva se dessi fossero stati i primi a darne il comodo al pubblico.

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