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da Alessandro il Grande ec. 253

ciocche degli altri non distinguesi punto da quelle de’ musei Capitolino e Granducale di Firenze1


[Sua storia esposta in bassi-rilievi]

§. 25. Gli artisti, che riguardavano in Alessandro il loro eroe, avranno sovente scelto dai tratti della sua storia, come dalla eroica e dalla mitologia, l’argomento de’ loro lavori; e sarà egli stato il solo fra tutt’i re e gli uomini illustri, i cui veraci avvenimenti si vedessero espressi in bassi-rilievi. Doveva a ciò contribuire anche la singolarità delle sue avventure, essendo la sua storia simile a quella degli eroi, e in qualche modo poetica; onde ben conveniva all’arte, la quale ama di occuparsi del maraviglioso2: aggiungasi che le sue gesta erano a tutti note quanto le avventure d’Ulisse e d’Achille. E quì intendo parlare di que’ bassi-rilievi, con cui si fono rappresentate immagini significanti o allegoriche, adoperati per ornato nelle fabbriche e sulle tombe, escluden-


do


  1. L’erme in marmo cipollino statuario colla iscrizione greca di Alessandro ritrovato l’anno 1779. negli scavi della villa de’ Pisoni a Tivoli per mezzo del tante volte lodato signor cavaliere de Azara, che lo possiede, ci fa dubitare, che tutte le figure citate da Winkelmann, e da altri, non possano dirsi ritratti di quel famoso conquistatore; seppure non si volesse riconoscere una qualche somiglianza nella testa più giovanile del palazzo Rondanini. In questo erme la testa è scoperta. I capelli sono gettati nella maniera presso a poco che dice Winkelmann. È senza barba, per la ragione, che ho detta alla pag. 207. n. A. I lineamenti del volto, quantunque un pò corrosi nell’epiderme, pare che mostrino l’età più avanzata d’Alessandro, e una fisonomia robusta, e leonina, come dice di lui Plutarco De fort. Alex. orat. 2. Tom. iI. pag. 335. B., li quale spirava un non so che di terribile misto ad una bellezza non curata, al dir di Eliano Variar. histor. lib. 12. cap. 14., e quel suo temperamento bilioso, e iracondo, notato dallo stesso Plutarco nella di lui vita, op. Tom. I. p. 666. C, da Arriano De exped. Alex. lib. 7. pag. 502., Plinio lib. 35. cap. 10. sect. 6 §. 12.; di cui è anche un argomento il muscolo mastoideo, che comparisce alquanto più carnoso, e rigonfio dalla parte sinistra del collo, ove la testa mostra di premere. Nella bocca non vi so scorgere espresso il difetto dei denti grandi, e prominenti in fuori, del quale parla Giovanni Antiocheno, cognominato Malala, scrittor greco de’ bassi tempi, e forse del ix. secolo, Hist. chronica, lib. 8. princ. p. 82. B. È danno, che gli manchi il naso per poterlo meglio rincontrare colle medaglie, fra le quali nel resto mi pare abbia della somiglianza con quella, che si è data qui avanti alla pag. 105.; siccome fra le gemme pare che abbia somiglianza con quella, che da il Gori Mus. Fior. Gemmi antiq. Tab. 25. n. 1. La maestria del lavoro lo fa credere opera di buona mano, e de’ buoni tempi; ed è notabile il giudizio, che ne diede il celebre sig. Mengs, il quale, al primo sguardo fissatovi sopra da un’altezza di venti palmi senza aver veduta l’iscrizione antica, lo giudicò scultura de’ tempi di Alessandro, anzi un’immagine d’Alessandro stesso, o di Efestione. Vi corrisponderebbe la forma delle lettere della iscrizione simili a quelle, che usavansi in que’ tempi, come può vedersi presso il P. a Bennettis Chronol. & crit. hist. ec., Par. I. Tom. I. proleg. I. §. LXII. pag. 131., §. CIV. p. 220. Veggasi la figura, che ne diamo in fine di quest Tomo Tav. V., e la descrizione delle figure nel Tomo iiI.
  2. Vegg. Plinio lib. 35. cap. 10. sect. 10. §. 10.