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da Alessandro il Grande ec. 247

sima d’un Giove del più antico stile in una moneta in bronzo della città di Locri, esistente ora nel museo del duca Caraffa Noya a Napoli1; ma nelle greche gemme di raro trovasi inciso il nome del dio, o dell’eroe rappresentatovi, come già altrove osservammo. Il secondo nome poi scopre manifestamente l’inganno, essendone diversa l’ortografia, poichè, ove nel primo la sigma ha la forma d’una С, nel fecondo ha la forma comune Σ; inoltre la epsilon è rotonda Є, e tal non usavasi certamente ai tempi d’Alessandro. Per ultimo non suole trovarsi sulle gemme in vece d’un genitivo assoluto il nominativo col verbo ЄΠΟΙЄΙ. Vero è che sul frammento d’una gemma incisa del museo Vettori a Roma, ai piedi armati di gambali d’una figura troncata leggesi .. ΙΝΤΟС ΑΛЄΞΑ .. ЄΠΟΙЄΙ cioè „ Quinto figliuolo d’Alessandro fece „2; ma quest’esempio è forse il solo di tal maniera, e quando altri pur ve ne fossero, sono indizio de’ tempi posteriori, in cui gli artefici, quanto minore era la loro abilità, tanto maggior orgoglio aveano, e maggior premura di parlar di loro stessi; del che vedesi un argomento in una piccola urna del museo Capitolino, in cui sopra una figurina di guerriere è inciso il nome dell’artista fecondo la più antica forma nel seguente modo:

ЄΥΤΥΧΗС ΒЄΙΤΥΝЄΥС
ΤЄΧΝЄΙΤΗС ЄΠΟΙЄΙ


[Pittori.] §. 16. Poichè si sono indicati i più celebri scultori ed incisori di gemme, che fiorirono ai tempi d’Alessandro il Grande, è dovere che parliamo pur de’ pittori contemporanei, de quali però quelle sole cose diremo che dai moderni scrittori sono state omesse, o non ben intese.


§. 17. Pli-


  1. Ora unito al museo reale.
  2. Descript. des pierres grav. du Cab. de Stosch, cl. 2. sect. 13. n. 959. pag. 196.