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d a i s u o i p r i n c i p j ec. | 177 |
presa di Mileto, si sciolsero in lagrime per la compassione. Questi misero in piedi tutte le loro forze, ed essendosi alleati cogli Eretrj, vennero in ajuto de’ loro fratelli nell’Asia jonica, e presero l’ardita risoluzione d’andare ad assalire il re di Persia ne’ proprj suoi stati. Inoltraronsi nell’olimpiade lxix. sino alla città di Sardi, cui devastarono e misero a fiamme, tanto più facilmente quanto che le case n’erano in parte di canne1, o di queste almeno n’erano i tetti; e nell’olimpiade lxxii., cioè vent’anni dopo che fu messo a morte Ipparco tiranno d’Atene, e discacciatone Ippia suo fratello, ottennero la portentosa vittoria di Maratona.
[... e possanza de’ Greci.] §. 15. Per Questa vittoria gli Ateniesi sollevaronsi sovra tutte le altre città della Grecia; siccome i primi furono ad incivilirsi, e a deporre le armi2, senza le quali anticamente, nemmeno in tempo di pace, nessun Greco mai compariva in pubblico; così Atene, che andava estendendo la propria autorità e crescendo in forze, divenne la sede principale delle scienze e delle arti e, come dicea Pericle, si fece la maestra della Grecia intera3. Quindi fu detto che i Greci avessero comuni fra di loro tutte le cose, tranne la strada dell’immortalità, che a’ soli Ateniesi era nota4. A Crotona e a Cirene fioriva la medicina, e la musica in Argo5; ma in Atene adunate si erano le scienze tutte e le arti6.
§. 16. Benché quelle però colà fiorissero, non erano men coltivate a Sparta; anzi in questa città furono esercitate da
Tom. II | Z | tem- |
- ↑ Herod. lib. 5. cap. 101. pag.428.
- ↑ Thucyd. lib. 1. cap. 6. pag. 6.
- ↑ id. lib. 2. cap. 41. pag. 122.
- ↑ Ath. Deipn. lib. 6. cap. 15. p. 250. F.
- ↑ Herod. lib. 3. cap. 131. pag. 264.
- ↑ Giusta l’osservazione di Diodoro da Sicilia lib. 12. princ. quasi nello stesso periodo di tempo, in cui videsi in Atene per opera di Fidia portata la scultura al grado sommo di perfezione, vi si vide altresì fiorire la filosofia, l’eloquenza, l’arte militare con tutte le altre scienze ed arti; talchè Atene l’oggetto diventò siccome dell’ammirazione, così dell’invidia universale. Se a tal segno di gloria crebbe la nominata città per la perfezione di esse, vi crebbero però queste per esser ella stara una delle grandi, floride e popolate città della Grecia. Tali città solamente possono ammettere ed alimentare nel proprio seno tutt’i rami delle arti e delle scienze, le quali abbisognano d’un vasto campo per prodursi tutt’insieme. Negli spazj più ristretti delle piccole e meno popolose città qualche ramo appena di esse vi può allignare, e questo ancora più facilmente v’isterilisce.