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110 Progressi e Decadenza dell’Arte

semplicità ed unità delle forme è tale, che l’opera sembra non aver costata nessuna fatica all’artista, e direbbesi qui prodotta col pensiere, o con leggiero soffio formata. Così l’agile mano del gran Raffaello, pronta ad eseguire le sue idee, disegnò con un sol tratto di penna un bellissimo contorno d’una testa di santa Vergine, e tale che più non l’ebbe a ritoccare nel dipingerla.

[Stile bello.] §. 6. Dello stile sublime non si possono con esattezza tutti indicare i caratteri, perchè ci mancano le opere di que’ gran maestri che l’arte riformarono. Riguardo ad esse possiamo a coloro paragonarci, i quali osservando una testa antica logora dal tempo e malconcia, l’idea vi riconoscono della persona che rappresenta, senza discernervi il merito del lavoro; come allora che da lungi si osserva e riconosce alcuno senza distinguerne i lineamenti del volto. Ma non così avviene di quello stile che introdussero i loro successori, e che io chiamerò qui stile bello. Potrò parlarne con maggior sicurezza, poiché alcune delle più belle figure dell’antichità, sino a noi pervenute, sono incontrastabilmente de’ tempi in cui questo stile fioriva; e quelle delle quali l’età non ci viene con certezza indicata, possono risguardarsi per lo meno come un’imitazione di esse. Lo stile bello nelle arti del disegno cominciò da Prassitele, e giunse al più alto punto di perfezione ai tempi di Lisippo e d’Apelle, siccome più sotto dimostreremo1; onde l’epoca, in cui fiorì, dee fissarsi poco avanti ad Alessandro il Grande sino ai primi suoi successori.

[Suoi caratteri...]

§. 7. Il carattere principale, per cui questo stile dal sublime distinguesi, è la grazia; e sotto questo aspetto v’è fra i testè mentovati artisti e i loro predecessori quel rapporto che scorgesi fra Guido e Raffaello ne’ tempi a noi più vicini.


Que-


  1. libro X. capo I.