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possiamo trarre vantaggio eziandio da’ mediocri lavori, ove né maestria scorgesi, né gusto. Copie son queste sovente di opere antiche e migliori, che il tempo ha distrutte; e perciò occupano utilmente, or esaminando in esse l’idea d’un artista, or considerandone l’invenzione o ’i vario modo d’esprimere un già noto soggetto1. Servono, se non ad altro, a moltiplicare gli oggetti su i quali fare il confronto, ad estendere le idee che già abbiamo dell’arte e della favola, e a più facilmente intendere e meglio illustrare gli antichi monumenti. Per lo stesso meccanismo dell’arte quanti lumi non ha egli ricavato l’ingegnosissimo conte di Caylus dai men pregevoli lavori? Quanto ci rimane d’antico tutto può divenir utile, sol che si prenda ne’ suoi giusti rapporti, sol che lo esamini un occhio intelligente. È forza però di convenire che lo studio dell’Antiquaria è sì esteso, che abbracciar tutto nol può l’umano spirito, né ad erudirsi in tutte le sue parti basta l’umana vita. I lavori dell’arte, che rimasti ci sono, trovansi ripartiti in Roma nelle case e nelle ville de’ privati signori, in Italia, in Francia, in Inghilterra, in Ispagna, e in Germania, e giornalmente se ne scoprono de’ nuovi2.


Le
  1. Gli artisti antichi sì pittori, che scultori, per lo più, e almeno nella sostanza, non si dipartivano dagl’insegnamcnti dei mitologi, e dalle descrizioni lasciateci dai poeti, secondochè prova con molti esempi anche il P. Ansaldi de Sacr. & publ. apud Ethnic. pictar. tabul. usu, cap. VI.; ma pure non di rado, o per adattare la favola in qualche modo al loro scopo, e a quelle persone, per le quali facevano i lavori, o per l’angustia del luogo, in cui doveano comprenderne tutto il soggetto, e forse anche per capriccio, usavano di quella libertà, che Orazio de Arte poet. v. g. dice esser loro comune coi poeti, e alteravano a segno le cose, che rappresentate da diversi artisti, o in monumenti diversi, difficilmente si riconoscono, benché altronde ne sia notissimo l’argomento. Si veda per esempio monsignor Foggini l. c. nell’esposizione della tavola 1. 2. ec. pag. 5. in proposito di due bassi-rilievi, uno di quel Museo, e l’altro della villa Borghese.
  2. In Roma principalmente, e nell’adjacenze, in questi ultimi anni si sono in gran numero disotterrate statue, busti, bassi-rilievi, mosaici, pitture, vasi, metalli, colonne di pregio, e uno degli obelischi senza geroglifici, che una volta adornava il sepolcro d’Augusto. Quello, per ordine dell’immortale Pontefice Pio VI., che vuol richiamare in questa dominante il lustro del secolo di quell'Imperatore, e di alcuni pochi altri protettori delle belle arti, verrà collocato tra i due cavalli colossali del Quirinale; e le più belle statue, busti, bassi-rilievi, vasi, e mosaici accresceranno il pregio del Museo Pio-Clementino, che dobbiamo alle premure dello stefso glorioso Regnante. Tra quelli vi sono