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d i W i n k e l m a n n. |
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lo spirito delle vetuste cose, usato alla critica, profondo gramatico nelle lingue erudite, uso a bere ai fonti medesimi, e a confrontare insieme i greci scrittori, famigliarizzato co’ poeti, e colle poetiche favole, trovò i migliori fondamenti per ispiegare gli antichi lavori, ricorrendo al Ciclo mitico1, da cui vide quanto abbiano preso gli antichi artisti, e vide che il principale studio dell’antiquario per divenire buon conoscitore delle belle arti è il costume, ossia le usanze proprie de’ varj tempi. In tal guisa egli rigettò moltissime malfondate opinioni, e riformò molti antichi pregiudizj.
Il maggior servizio però che Winkelmann rendesse all’Antiquaria fu quello di rimetterla nel suo vero sentiere, cioè di rivolgerla allo studio delle arti del disegno. Sugli antichi lavori non aveano scritto mai gli artisti, ma solo gli eruditi, i quali delle arti avean appena una leggiera tintura; onde quando in un monumento antico rilevavano una circostanza della mitologia, un uso o un rito poco noto, o tutt’al più quando riscontravano in un antico scrittore un passo che col rappresentatovi soggetto combinasse, parea loro che null’altro vi fosse da ricercare; e ben poco curaronsi di esaminare l’invenzione, lo studio, l’esecuzione, e tutto quello in somma che fa il merito dell’artista. Ma tutto questo ben esaminò Winkelmann il quale portò in Italia un certo senso per la bellezza e per le arti, a cui presentaronsi al primo colpo i capi d’opera del Vaticano. Su di essi cominciò propriamente il suo studio, purgò ed estese le idee che già aveva dell’arte; e dopo d’essersi formato un gusto eccellente e sicuro volò dal bello ideale fino ad un certo spiritualizza-
- ↑ Il Ciclo mitico è il tempo compreso fra ’l congiungimento d’Urano colla terra, e’ l ritorno d’Ulisse in Itaca. Vedi la prefazione dell’Autore ai Monumenti antichi inediti Parte I, pag. XIX.