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348 D e l   B e l l o   c o n s i d e r a t o

to però al tempo stesso, che non par troppo ragionevole ch’egli prendesse per norma quelle figure antiche; poiché la pratica non ne era sì generale, e meno abbracciata si trova quanto più agli antichi tempi uno si avanza; essendovi alcune figure di bronzo etrusche del più antico stile, nelle quali il capo ha appena un decimo di tutta la loro altezza. Altronde se questo architetto Romano avesse posto mente alle colonne doriche più vetuste, ch’ei neppur nomina, avrebbe da sé medesimo veduto che era senza nessun fondamento la da lui supposta somiglianza fra l’umana struttura e le colonne. Le più antiche colonne, che ancora esistono, sì della Magna Grecia che della Sicilia e della Grecia stessa, non hanno tale proporzione, ma hanno appena un’altezza uguale a cinque diametri presi nella parte inferiore1.

§. 5. Più fondata non è a mio parere l’osservazione dell'immortale signor conte di Caylus, il quale pretende esser le teste delle antiche figure generalmente assai grandi e grosse. Egli ciò asserisce appoggiandosi al giudizio di Plinio2, secondo cui nelle opere di Seusi e d’Eufranore si vedeano grandi teste, e articolazioni fortemente espresse. Ma un uomo sì illuminato non avrebbe dovuto far caso del giudizio di quel celebre naturalista, troppo frivolo per non meritare una seria discussione, e facilissimo a confutarsi da


ogni


    sulle urne, delle quali sono alcune nella biblioteca Vaticana.

  1. Winkelmann discorre a lungo intorno all’architettura del tempio antichissimo della Concordia a Girgenti in Sicilia nelle sue osservazioni su di esso inserite già nella Biblioteca delle scienze, e belle arti, che si stampa in Germania, e ripetute in fine del primo Tomo della raccolta delle sue lettere familiari. Ivi pag. 274. scrive, che l’altezza delle colonne di quel tempio non arriva all’altezza di cinque diametri compresovi il capitello, come in quelle di Pesto. Secondo la carta datane dal P. Pancrazj, le prime, senza il capitello, sono di 4. diametri. Per le colonne di Pesto, il ch. P. Paoli colle Tavole esattissime, che ha pubblicate nella sua opera, dimostra, che quelle del più piccolo tempio hanno di altezza quattro diametri, o siano moduli otto e parti cinque fino al collarino; quelle del primo sono di moduli sette, parti cinque, e un quarto; cosicchè tutta la colonna col capitello è poco più alta di quattro diametri. Le colonne della terza fabbrica sono di fette moduli, o palmi diecinove, e tre quarti sino al collarino senza il capitello. L’inglese Major nella sua opera, non troppo esatta, Les Ruines de Paestum, ou de Possidonie ec., le fa tutte alquanto più alte; oltre l’abbaglio preso di palmi 40. e più in lunghezza, e 10. in larghezza del tempio piccolo.
  2. lib. 35. cap. 9. sect. 36. §. 2., cap. 11. sect. 40. §. 25.