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dell'umanità prima che assistere a tanta barbarie1; ma alla fine i Romani introdussero anche in Atene gli spettacoli di questo genere2.

§. 8. Dalle diverse leggi di guerra presso questi due popoli scorgesi chiaramente l'umanità de' Greci, e 'l duro cuor de' Romani. A questi era prescritto, al primo entrare nelle città espugnate, di tutto versare l'umano sangue, sventrare i cani stessi, e ogni altro utile animal trucidare; e ciò si eseguì sotto Scipione africano il seniore, quando fu soggiogata Cartagenova in Ispagna3. Ma ben diverse erano le leggi e gli usi de' Greci. Gli Ateniesi, quando la città di Mitilene si sottrasse alla loro ubbidienza, e tutta l'isola di Lesbo mosse a ribellione, sebbene in pubblica assemblea avessero decretata la morte di tutti gli uomini adulti di quella città; pure l'ordine rivocarono ben tosto, poiché s'avvidero, anzi dichiararono che troppo crudele era stato il decreto4.

§. 9. Le battaglie medesime mostrano una diversa ed op-


posta


  1. Luc. Demon. §. 57. op. Tom. iI. p. 393.
  2. Philostr. Vit. Apoll. lib. 4. c. 22. T. I. pag. 160. [ Riferisce Luciano loc. cit., che erano gli Ateniesi, i quali volevano introdurre presso di loro questo genere di spettacoli ad imitazione del popolo di Corinto; e che il filosofo Demonace fu quello, che loro si oppose con quel sentenzioso detto: Atheniensibus æmulatione quadam Corinthiorum de gladiatorum constituendo spectaculo deliberantibus progressus inter illos; Ne prius, inquit, o Athenienses, de his in suffragium ite, quam Misericordiæ aram sustuleritis. Ciò non ostante furono introdotti questi spettacoli in Atene; ma non molto dopo furono tolti a persuasione di Apollonio Tianeo, come racconta Filostrato loc. cit., senza punto parlare dei Romani. Hoc quoque Athenis emendatum fuit. Confluentes in theatrum, quod in arce est, Athenienses hominum intenti cædibus erant. Da ciò si capisce, che gli Ateniesi gustavano di questo ferale spettacolo; ma insieme abbiamo una prova della loro indole docile, e umana nel lasciarsi persuadere da un sol uomo, che affettava di comparir filosofo, a rigettarli interamente.
  3. Polyb. lib. 10. p. 589. princ. [ Dice veramente Polibio, che cosi fu fatto in questa occasione, e che soleva farsi πολλάκις spesso nella presa di città; ma non fempre, né per legge alcuna.
  4. Thucyd. lib. 3. cap. 36. pag. 136., c. 47. pag. 197. [ Dice che fu molto dibattuto se si doveva rivocare. Per poco superò il partito favorevole; e ciò fu perchè si capì, che Mitilene non era tanto rea quanto si era creduta, e per altre ragioni d'interessi politici, non per un puro sentimento di umanità. Ma poi tale esempio non potrebbe fare una regola. Quanti non se ne trovano in contrario? Quanti esempj di crudeltà, e di barbarie non ci racconta Omero ? Se ne veggano molti rilevati dal signor Goguet Della Orig. delle leggi, delle arti, ec. Par. iiI. Tom. iI. lib. V. in fine. A lungo osserva questo dotto scrittore nella Part. iiI. Tom. iiI. lib. VI. capo iiI. art. I. quanto fossero spietati, e crudeli gli Spartani; e se nel capo seguente egli è tutto impegnato a far vedere quanto fosse dolce, umano, e benefico il carattere, e l'indole degli Ateniesi; prova a un tempo, che in tante occasioni essi si sono dimenticati di questi principi d'umanità, abbandonandosi agli eccessi più crudeli, e più violenti, che la colera, il trasporto, e il furore possano ispirare.