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p r e s s o   g l i   E t r u s c h i, ec. 167

gli Etruschi fioriffero prima che fra i Greci; del che troveremo pure una ragione nella storia, paragonando le circostanze de’ Greci con quelle in cui trovaronsi gli Etruschi dopo la seconda loro trasmigrazione.

[Circostanze diverse in cui trovaronsi gli Etruschi...]

§. 8. Che gli Etruschi dopo la guerra di Troja godessero una somma tranquillità, mentre da guerre intestine era agitata la Grecia, comechè non ce ne facciano espressa fede le antiche storie, pur dedurre o possiamo da quel poco che ci hanno tramandato gli scrittori riguardo al loro governo, che doveva essere uniforme in tutta l’Etruria. Era questa divisa in dodici parti1, ciascuna delle quali aveva il suo capo2 chiamato Lucumone; e ognun di questi era subordinato ad un capo comune ossia re3, qual sembra essere stato Porsenna; ma sì i Lucumoni che il capo supremo erano elettivi. E che tal fosse la forma di governo presso gli Etruschi cel conferma l’aborrimento che aveano pei re anche delle altre nazioni, e che portarono tant’oltre da divenir nemici de’ Vejenti dianzi loro alleati, perchè que’ popoli, che prima formavano una repubblica, aveansi eletto un re4. Il governo etrusco sembra altresì essere stato democratico anziché aristocratico, poiché né di guerra né di pace trattavasi se non nelle pubbliche adunanze de’ dodici popoli, i quali costituivano il corpo del loro stato5, e quelle si teneano a Bolsena nel tempio di Volturna6. Tal maniera di governo, in cui ognuno avea parte7, dovea certamente influire su gl’ingegni di tutta la nazione, sollevare lo spirito e l’immaginazione di que’ popoli, e più atti renderli a coltivare le belle


arti.
  1. Florus lib. 1. cap. 5.
  2. Dion. Halic. Antiquit. Roman. lib. 3. cap. 61. pag. 187.
  3. Serv. ad Æeid. lib. 2. v. 278., lib. 8. v. 475., lib. 10. v. 200.
  4. Liv. lib. 3. cap. 1. Dice però: non majore odio regni, quam ipjius regis.
  5. Dion. Alicarn. lib. 9. cap. 1. pag. 536. lin. 17., Livio lib. 10. cap. 11. num. 16.
  6. Liv. lib. 4. cap. 12. num. 23., lib. 5. cap. 11. princ. num. 17.
  7. Della maniera, con cui ha influito la libertà sulle arti, si ragionerà più diffusamente in appresso.