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146 D e l l e   A r t i   d e l   D i s e g n o.

[... il loro sapere... ] §. 3. Era quel popolo, al dir di Mela1, amante della fatica, e sì in guerra che in pace segnalossi, rendendosi celebre nelle lettere e nelle scienze non meno che nelle armi. Quelle fiorivano già presso di loro, quando rozzi ancora e barbari erano i Greci: Mosco di Sidone2 insegnato aveva il sistema degli atomi avanti la guerra di Troja; e l’astronomia e l’aritmetica3 furon dai Fenicj portate al più alto grado di perfezione, se pur non ne furon essi gl’inventori. Soprattutto però si distinsero pei loro ritrovati nelle arti4, onde Omero5 appella grandi artisti i Sidonj. Salomone chiamò fenicj artisti per edificare il tempio e ’l real palagio. Presso i Romani medesimi i migliori intagli in legno erano lavoro di punico scarpello; e quindi è che presso gli antichi scrittori trovasi sovente fatta menzione di punici letti, finestre, torchi, ed altri utensili6.

[... il lusso... ]

§. 4. La ricchezza presso loro nutriva le arti; e ognuno sa quanto declamassero i Profeti contro il lusso di Tiro. Narra Strabone7 che anche a’ giorni suoi v’erano colà case più alte che a Roma, e dice Appiano8 che nella Birsa, cioè nell’interno della città di Cartagine, erano ben anche di sei piani. Statue indorate vedeansi ne’tempj loro, e tal era un Apollo in Cartagine9; anzi troviamo pur fatta menzione di colonne d’oro, e di statue di smeraldo10. Livio rammenta uno scudo d’argento che pesava cento trenta libre,


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  1. lib. 1 cap. 12.
  2. Strab. Geogr. lib. 16. pag. 1098. C.
  3. Strab. l. 17. p. 1136. B., Goguet Dell'Origine delle leggi, ec. Tom. I. par. I. l. iI. capo iI. art. I. pag. 168.
  4. Bochart Phal. & Can. lib. 4 cap. 35 [ Goguet loc. cit. Iib. IV. cav. iI. art. 1. p. 236. Sidone era celebre per la fabbrica delle tele di lino, delle tapezzerie, e veli preziosi, per l’arte di lavorare i metalli, per la maniera di tagliare il legno, e di metterlo in opera, per l’invenzione del vetro. Tiro si rese famosa per l’arte di tingere i panni, e particolarmente per l’invenzione della porpora, per il segreto di lavorare l’avorio ec.
  5. Iliad. lib. 23. v 743
  6. Scalig. in Varr. de Re rust. lib. 3. cap.7. § 3. Tom. I. pag. 340.
  7. lib. 16. pag. 1098. princ.
  8. De Bell. punic. pag. 79. [Dice soltanto che v’erano case alte.
  9. Ibid. pag. 79. D.
  10. Il sig. Dutens Des Pierres précieuses &c. ch. VII. sospetta che gli antichi non conoscessero il vero smeraldo, e che dessero il tal nome allo spato fusibile, al fluore, al plasma