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l'Aurora che rapiva Cefalo: opere tutte d’argilla1. Si sono trovate nell’antica già da lungo tempo sepolta città di Pompeja quattro statue di terra cotta, che or veggonsi nel museo d’Ercolano: due di queste, alquanto minori dell’ordinaria grandezza umana, rappresentano due figure comiche dell’uno e dell’altro sesso con maschere sul capo, e le altre due, alquanto maggiori della grandezza naturale, un Esculapio raffigurano ed una Igeia. Ultimamente vi si è pur disotterrato un busto di Pallade di naturale grandezza che ha un piccolo scudo rotondo dalla parte della sinistra mammella.

§. 2. Sogliono tali statue talora esser pinte in rosso2, e così dipinta è una testa d’uomo, ed una statuetta vestita a foggia di senatore d’un pezzo solo collo zoccolo, dietro a cui leggesi il nome della figura CRVSCVS: questi pezzi trovati furono in Velletri nel giugno del 1767., ed or sono amendue presso di me3. Leggiamo che principalmente si dipingeva con quello colore il volto di Giove4, e tal era quello, che veneravasi a Figalia in Arcadia5: anche il dio Pan così talora di rosso tigneasi6. Tal costume è in uso ancora oggidì presso gl’Indiani7 e tutti generalmente i


po-
  1. Paus. ib. cap. 3. pag. 8. lin. 14. [Ceramico si chiamava una contrada di Atene, in cui era il detto, ed altri portici, e fu così chiamata, per testimonianza di Pausania in questo luogo, non dai lavori d’argilla, che l’adornavano; ma da Ceramico eroe figlio di Bacco, e di Arianna. Plinio lib. 35. c. 12. sect. 45. la vuole così detta dall’officina di lavori di creta che vi avea Calcostene. Parla di Ceramico Cicerone de Fin. lib. I. cap. XI., e dice che vi era a’ suoi tempi una statua di Crisippo. Nel libro iI. c. XXXVI. de Legib. parla di un altro luogo detto Ceramico, fuori di Atene destinato per le sepolture, ove né ermi, né lavori d’intonacatura si potevano mettere. Attico vi avea in quella parte una villa, che chiamava Ceramico, al riferire di Cicerone stesso Epist. ad Attic. lib. I. ep. X. Vegg. Meursio Ceramicus geminus, sive de Ceram. Athen. antiquitat. liber singul. cap. I. e segg. oper. Tom. I. pag. 466. e segg.
  2. Si adoperava il minio, Plin. l. 33. c. 7. sect. 36.: e per quanto si può raccogliere da questo luogo, pare si cominciasse a tingere in rosso le statue, ed altre cose, perché il minio era d’un colore vivo, e stimatissimo tra tutti.
  3. Altra statuetta di terra cotta così dipinta, e rappresentante una furia, trovata in quei contorni, venne collocata nel museo della nobile famiglia Borgia sopralodato.
  4. Plin. lib. 35. cap. 12. sect. 45.
  5. Id. lib. 23. cap. 3. [Non lo dice. Forse sarà il Bacco, di cui ora diremo.
  6. Paus. lib. 8. cap. 39. pag. 681. lin. penult. [Pausania parla di un simulacro del dio Bacco in un tempio di Figalia. Di Pan lo dice Virgilio Ecl. X. v. 26. 27.; e forse di tal colore si dipingeva anche in Egitto. Erodoto lib. 2. cap. 46. pag. 126.
  7. Pietro della Valle Viaggi par. iiI. lett. I. §. VII. pag. 37. §. XIII. pag. 72.