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16 O r i g i n e   d e l l e   A r t i

preteso esser venute loro dall’Egitto le arti, ove anche generalmente fosse stata presso di loro adottata, non terrebbesi ciò non ostante per una dimostrazione da coloro, che ben conoscono quanta sia la mania degli uomini per tutto ciò che loro viene da’ paesi stranieri; mania da cui certamente non andarono esenti i Greci, come ne fan prova quei di Delo, i quali pretesero che il fiume Inopo, passando sotto il mare, venisse loro per fin dal Nilo1.

§. 23. Potrebbero altresì, contro l’opinione di chi vuole le arti derivate da un sol paese, addursi le diverse usanze degli artisti presso le tre summentovate nazioni. Così p. e. presso gli Etruschi, come presso i più antichi Greci, incidevasi l’iscrizione su la figura medesima, la qual cosa non si scorge in niuna figura d’egizio artefice, ma sempre vedonsi i geroglifici o sullo zoccolo incisi, o sul pilastro che alla figura serve d’appoggio2.

§. 24. Ha preteso il signor Needham di dimostrare il contrario, fondandosi su una testa di pietra nericcia esistente nel regio museo di Torino, il cui viso è tutto segnato di sconosciute cifre, che a parer suo sono caratteri egiziani, alle lettere cinesi molto somiglievoli. Egli ne ha pubblicata la descri-


zione
  1. Paus. lib. 2. cap. 5. pag. 122. lin. 30. [Qualunque possa essere stato il fondamento o fisico, o vanaglorioso, di quegl’isolani nel credere quella cosa, non pare che da essa si possa tirare una conseguenza così generale per gli altri Greci, e per altre loro opinioni: e nel nostro proposito racconta Diodoro lib. 1. §. 23. pag. 27. e seg., che gli Egizj si lagnavano, che i Greci si volessero attribuire come loro proprie, e originarie tante divinità, ed eroi, che erano egiziani, e negassero di avere avuta da essi alcuna colonia. Sappiamo eziandio la vanità, e ridicola pretensione degli Ateniesi volgarmente, di essere Autocthones, ossia gente nata nello stesso paese, quasi appunto come le piante, e i vegetabili; del che vegg. Goguet Della Origine delle leggi, delle arti ec. Tom. I. lib. I. art. V. §. I.
  2. Si veggono spesso anche su la figura. Una piccola statua d’Iside in legno presso il conte di Caylus Rec. d’Antiq. Tom. V. Antiq. Egypt. pl. iI. num. I. e iI. pag 9. ha scritto tutto il panneggiamento da mezza vita in giù fino ai piedi. Nel museo ricchissimo della nobile famiglia Borgia nella città di Velletri vi sono più idoli egiziani molto antichi in marmo, in porcellana, ed in legno di sicomoro, che portano sopra della figura incisi, o dipinti molti geroglifici. Di altre statue d’Iside, di Osiride, in parte disegnate da Pococke, e di molte di quelle, che si trovano nei sepolcri egizj (una delle quali porteremo noi appresso), scritte sul petto, sul dorso, sul panneggiamento, o da capo a piedi, veggasi Guasco De l’Usage des stat. ch. X. p. 296., ch XII. pag. 323. L’antichissima sfinge in bronzo, della quale noi daremo la figura al principio del libro iI. ricavata dal lodato Caylus T. I. pl. 13. pag. 44. è pure scritta sul corpo.