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LIBRO I 57

mi, Antonelli, Busca ed Antonio Doria preceduti dal generale Millius, e dal commissario Cavallar. Fu commovente l'incontro ch’ebbe coi suoi fratelli, nepoti e congiunti, venuti da Cesena per inchinarlo; vivissime furono le testimonianze di amore prodigategli dalla città che dispose luminarie, archi di trionfo, iscrizioni per festeggiare l'arrivo del santo padre. Di là mosse per Fano, incontrato da Severoli vescovo, scortato da un distaccamento di cavalleria tedesca, che sotto gli ordini di Mann lo accompagnò sino a Roma. Ivi il dì susseguente recavasi a visitare il monistero delle carmelitane scalze e suffragava con funebri esequie l’anima di sua madre, che ivi santamente avea chiusi i suoi giorni. Compiuto questo atto di pietà filiale si diresse alla volta di Sinigaglia: tante e siffatte dimostrazioni di riverenza e di affetto ricevea egli dovunque da far dire, nel percorrere quella strada, ch'egli trionfando riprendeva possesso di quei dominî, che la usurpazione aveva rapiti alla chiesa. Fra lo strepito delle artiglierie, che traevano dalla terra e dal mare e l’esultanza dei cittadini giunse in Ancona desiderato, acclamato, benedetto da tutti. I vascelli russi ancorati nel porto per ordine di Paolo I resero a Pio VII gli onori stessi che resi avrebbero al loro monarca. Seicento giovani anconitani si disputarono l'onore di staccare i cavalli per trarre la carrozza del papa con funi adorne di nastri sino all'episcopio, ov'era atteso dal vescovo cardinal Ranuzzi. Celebrò la messa nella chiesa cattedrale innanzi alla prodigiosa immagine di Maria; visitò i sotterranei, quindi in mezzo agli applausi del popolo dirigevasi a Loreto, ove giunse la sera del ventitre. Ivi stavasi ad aspettarlo il cardinale Archetti particolare suo amico. Celebrò il sacrificio incruento nella santa cappella della casa di Nazaret spogliata dei tesori non meno, che del venerando simulacro della Vergine, per ordine del direttorio inviato a