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LIBRO I 44

nelli. Le due parti si mantennero costantemente ferme nel loro proposito, per cui divenuta impossibile la elezione di uno dei due candidati, si pensò di volo al vecchio Albani, al Calcagnini, al Valenti. Mancando ad essi i voluti suffragi, andavasi proponendo il cardinal Sigismondo Gerdil, dottissimo uomo e di età provetta1. Piegavasi alla scelta il sacro collegio, quando il cardinal Hertzan, incaricato dal gabinetto austriaco, dichiarò agli elettori che quella scelta non avrebbe ottenuto il favore del suo sovrano2. Trascorreva il tempo in inutili tentativi, erano i cardinali stanchi delle dimore, paralizzati dalle incontrate contradizioni, sofferenti pel rigore della stagione. Una voce tanto possente, quanto inaspettata, quella del giovane prelato Ercole Consalvi, pro-segretario del conclave, ricordò ai porporati un nome, che sino allora non era stato pronunciato: quello del cardinale Gregorio Barnaba Chiaramonti3. Profittando egli di quel certo smarrimento, in

  1. Questo cardinale, il cui nome onora la chiesa, e la congregazione Barnabita alla quale appartenne fu istitutore di Carlo Emmanuele IV re di Sardegna. Avea egli trionfalmente confutato il materialista Loche e Voltaire, era autore di molte opere e tutte pregevolissime.
  2. Il diritto di dare l’esclusiva appartiene all'Austria, alla Francia e alla Spagna. I due cardinali spagnoli, che trovansi in Venezia non avevano alcuna missione dalla loro corte: il cardinale Maury non osava pronunciare per Luigi XVIII un esclusiva, che potevagli essere contrastata in conseguenza delle miserande condizioni di quel re esule dalla Francia.
  3. Ercole Consalvi uomo di altissimo ingegno e di spirito penetrante , il cui nome và strettamente congiunto a quello di Pio VII del quale fu segretario di stato, è troppo noto, perchè noi ci facciamo luogo a parlare di lui. Egli sapea, che per essere segretario del conclave eragli mestiere aver precedentemente esercitato l'ufficio di segretario del concistoro. Prima delle rivoluzioni, che agitarono Roma occupava questa carica per mons. Negroni, uomo avanzato in età. L’accorto Consalvi che recavasi appositamente nella capitale per visitarlo e renderlo favorevole ai suoi desideri, prendea il destro di fargli riflettere che a sostenere i disagi di un viaggio sino a Venezia nel cuor dell'inverno, era bisogno di valida salute e di forze. Quando il vide persuaso a rimanersene in Roma domandò di sostituirlo. Ottenuta dal vecchio prelato una lettera commendatizia, volò a Venezia, e insinuandosi abilmente nella grazia dei porporati seppe far valere le sue pretensioni a preferenza di mons. Devoti, illustre giureconsulto che domandava quel posto. Il Consalvi, che gettava in tal modo le fondamenta della sua fatura grandezza avea a quell'epoca quarantatrè anni.