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LIBRO I 39


XXIV. I gravi pericoli, in cui era la chiesa avevano obbligato Pio VI ad allargare con bolla apostolica le leggi, e sospendere le consuetudini e le rigorose prammatiche osservate costantemente dai cardinali nella elezione dei pontefici. Sino d'allora, che ostaggio dei francesi stavasi nella certosa di Firenze, queste prudenti disposizioni confidava in mano del prelato Odescalchi1. Così la voce veneranda di Pio dettò le norme osservate dai principi di s. Chiesa in quei comizi solenni. Non mancarono ai sacri elettori le consuete esortazioni e le solite gratulatorie dei sovrani cattolici. Offriva Cesare ad essi per mezzo del cardinale Hertzan pegni di benevolenza nella illustre città venutagli in mano per nuovi trattati di pace. Luigi XVIII dal castello di Mittau in Curlandia diriggeva amorevole lettera ai padri raccolti in conclave2. Benevoli sentimenti pa-

  1. Si crede da altri che questa bolla segnata in Roma il dì undici Febraro 1798 sia stata trovata fra le carte di Pio VI quando fu strappato violentemente dal Vaticano. Essa comincia « Attentis peculiaribus ec.
  2. Questo re balestrato in Russia, ove fu amichevolmente accolto dallo czar, rispose alla lettera dei cardinali adunati in conclave. È rimarchevole il passo della medesima, in cui leggesi « Allorquando darete un capo alla Chiesa speriamo la miglior scelta da un assemblea così distinta per la sua pietà, saviezza e dottrina. È in questa ferma confidenza, che aderiamo solennemente a quello che da voi sarà prescelto e quando Colui per cui regnane i re ci avrà stabilito sul trono dei nostri antenati, noi faremo rispettare la sua legittima autorità in tutta l'estensione del nostro regno, o giustificheremo il nostro titolo di re cristianissimo e di figlio primogenito della Chiesa.