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36 VITA DI PIO VII

flessi accanto al suo letto, piangevano. Quasi a render grazie dell’attaccamento mostrato stringea, loro la mano con sentimento di affetto. Così chiudevasi la mortale carriera diquel grande a cui la violenza, l'esilio, il carcere, le ingiurie non aveano fatta perdere la soave maestà, la grandezza di animo e il coraggio, che segnalò il suo lungo pontificato1. Corse rapidamente pel mondo il grido della sua morte: a di lui suffragio in tutte le corti cattoliche si ordinarono solenni esequie: fu universale il compianto2.

  1. E straziante il racconto della sua morte. Offrendo a Dio il sacrificio della sua vita passò gli ultimi momenti fra la recita delle giaculatorie e dei salmi. Libero di mente e col crocefisso in mano rispondea coi movimenti del capo alla benedizione in articulo mortis portatagli da mons. Spina, che quindi Pio VII creò cardinale. Spirò placidamente la notte del venti agosto 1799 nella grave età di 81 anni, mesi 2 e giorni 2, di pontificato, il più lungo dopo quello di san Pietro; di anni 24, mesi 6 giorni 44. Ordinò prima di morire, che si togliesse dal suo dito l'anello prezioso, che avea ricevuto in dono dalla regina Clotilde per consegnarlo al successore che avrebbe eletto il sacro collegio.
  2. Solenni funerali vennero ordinati a Vienna nella chiesa metropolitana. Si fece altrettanto a Madrid, a Lisbona, a Cagliari, a Siena e altrove. Anche a Pietroburgo nella chiesa cattolica si celebrò un ufficio funebre con l'intervento dell'imperatore Paolo I. In Savona i sacerdoti e i prelati, che avevano seguito il pontefice e assistito negli ultimi momenti disposero i novendiali nell’oratorio della cittadella, ma poveramente per le condizioni dei tempi. Alla mancanza degli oggetti i più necessari alle sacre ceremonie supplirono le lacrime e la pietà. Recitavasi ogni mattina la messa e l’ufficio dei morti: quindi monsignor Spina arcivescovo faceva l'asoluzione. Vennero però l'esequie onorate dal concorso dei fedeli, che Pio VI veneravano come un santo. Si baciava la cassa, si toccava con immagini devote, con fiori, che quindi quei buoni francesi distribuivano fra loro con tenerezza e pietà edificante. Terminati i novendiali, la cassa funebre fu deposta nella camera sotto la cappella. L'arcivescovo Spina partecipò la morte di Pio VI al cardinale Albani decano del sacro collegio. Ricorse al direttorio perchè il governo negava dare ai familiari quei pochi ricordi che il papa avea loro lasciati. La piccola pisside, entro la quale solea Pio VI portare nei suoi viaggi la sacra eucaristia, passata in proprietà del vescovo di Valenza monsiguor Chatrongse fu da questi provvidenzialmente donata a Pio IX, che ne fece uso nel suo memorando viaggio da Roma a Gaeta nel 1848.