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LIBRO I 34

buon viso agli austriaci calati in Imola: accusa letale perchè minacciavano gli editti: tutte le città, ove suoneranno le campane a martello saranno incendiate, i promotori passati per le armi. I preti e frati protetti, s'eglino si condurranno prudentemente: in casi opposti trattati più severamente degli altri cittadini. Facile a dar fede alle accuse, pronto a colpire, correva da Bologna il Magdonald sopra Imola a punire, come dicea, l'audacia del vescovo e saccheggiare la città. Chiaramonti lo seppe e in sì grave pericolo armatosi di coraggio, tatto che fossegli nota la severa indole del generale partì nell'alto della notte da Imola e a lui incontro recandosi, parlò con forza temperata dalla dolcezza e dalla prudenza; difesa la pericolante città, smentite le accuse, i concitati sdegni del francese dissipando, da supremi danni la sua Imola preservava. Frattanto nella capitale fatti ora irreligiosi or fraudolenti, incerti sempre e provocanti sedizioni, inasprivano il popolo. Destinato Cacault ministro di Francia in Roma ad altr’ambasciata, subentrava nel posto Giuseppe Bonaparte uomo tranquillo e dalle mene sediziose alieno. Ad eccitarlo, spedivasi in Roma dal direttorio il generale Duphot giovane di spiriti ardenti, atto ad agitare le masse, a creare inciampi al governo. Amatori di libertà in Roma eran pochi, di nessun credito, odiati. Essi assembravansi lungo le vie della Longara, istigati penetravano contro il diritto delle genti, negli atrii del palazzo Corsini, residenza dell'ambasciatore di Francia, fremevano, tumultuavano. Sapealo il governo e ordinava ai soldati di pattugliare, di mantener l'ordine: ma i tempi soverchiavano la prudenza. Pochi e non temuti, come erano essi, non per mancanza di coraggio ma di forze, furono derisi e respinti sino ai quartieri. L'insulto provocava lo sdegno, lo sdegno il sangue e sangue cittadino e straniero bruttò la città. Duphot alla testa dei faziosi con la spada alla mano, agitando il cappello, i romani che spiegarono le insegne tricolori eccitava all’assalto del corpo di guardia per disarmare i pontifici, che sulle prime limitavansi alle resistenze, quindi faceano fuoco sugl'insorti. In questa mischia fatale cadde