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LIBRO I 27

esso maggiore ambizione di essere il salvatore della santa sede anzi che per rivoluzionarie vicende distruttore e nemico1. Queste proteste rianimarono il santo padre, che amorevolmente rispondea al generale2 e intanto plenipotenziari a Tolentino, ov'erasi aquartierato, spediva il cardinal Mattei, il prelato Galeppi, il duca d. Luigi Braschi, il marchese Camillo Massimi, che sul confine della via flaminia incontravano l'antiguardo dell'armata francese. Sospese le ostilità, mentre Lannes e Victor visitavano Roma onorati da Pio VI, guardati con ira dal popolo, gl'inviati del papa in ventisei articoli segnavano la pace il giorno 19 febraro 1797. Da supremo pericolo nacquero patti onerosi, ma Pio li mantenne, e le spontanee obblazioni dei cittadini, fra i quali distinguevansi i Doria Pamphily, le lauretane ricchezze ed i triregni di Giulio II, di Clemente VIII, spogliati delle loro gioie, completarono i sei milioni di scudi, onde speravasi stabilire la pace con la repubblica francese. Bonaparte scrivea sapersi per tutta Europa le virtù conciliatrici del santo padre, sperare che la repubblica francese diverrebbe la vera amica di Roma3. I fatti smentirono le consolanti parole.

XIX. Anziosamente il cardinal Chiaramonti spiava il corso degli avvenimenti in attenzione dell'ora opportuna di restituirsi alla sua diocesi. Quantunque lontano e stretto dalle amarezze non mancò di vegliare al bene dei suoi e specialmente del clero, al quale dirigeva per lettere e i consigli e i suggerimenti necessari in epoca tanto pericolosa.

  1. Scrivea in altro tempo Bonaparte a Mattei « Voi siete stato testimonio del prezzo, che io posi per la pace , ed il desiderio, che ho di esimervi dagli orrori della guerra; ma delle persone vendute alle corti, in cui sono impiegate, desidererebbero perdere il paese d'Italia. Siamo alla fine di questa ridicola commedia. Assicurate il papa, che come primo ministro della religione troverà protezione per lui e per la chiesa.
  2. Correspondance de Bonaparte Tom. IL pag. 460.
  3. Hìstoire de Bonaparte premier Consul de la Republique française depuis sa naissance jusqu'a l'an. XI. à Paris chez Barbe an. XI 1803-