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LIBRO I 13

stabilì in cuor suo di promuovere il vescovo Tiburtino. Per la morte del cardinal Gian Carlo Bandi , zio materno del pontefice e vescovo d'Imola, fu il Chiaramonti nel concistoro tenuto il dì 14 febraro 1785 promosso a quella sede, della quale prese possesso per procura dopo sei giorni. Questa degnazione sovrana venne giudicata da tutti non favore di nepotismo, ma premio dovuto alle virtù dell'eletto. Nell'istesso concistoro era egli creato cardinale di santa chiesa dell'ordine dei preti col titolo di san Calisto. Corse la lieta novella a Cesena, a Padova, a Parma, che ne festeggiarono l'annuncio: esultò tutto l'ordine benedettino; nella chiesa abaziale di s. Procolo in Bologna si celebrò con superbo apparato la promozione del Chiaramonti; su tutti si distinsero in Imola i frati di s. Domenico. Tivoli però, che l'ebbe vescovo due anni e due mesi e che aveva ammirato in lui sincera umiltà, zelo apostolico e candore di animo, amaramente si afflisse, ne alla sua perdita era per essa bastante compenso vederlo fregiato della porpora romana e destinato a reggere più vasta diocesi che non era la Tiburtina. Dolcissimi pertanto furono i distaccamenti: quelli di un padre, che si allontana dai figli. Da Roma inviò al clero e al popolo d'Imola una lettera pastorale, in cui unito ad una profonda dottrina lasciò travedere quello spirito di modestia, dal quale era profondamente animato.

IX. Il giorno 12 agosto 1785 preceduto da fama onorevole e bella il cardinal vescovo Chiaramonti venne in Imola incontrato e acclamato da ogni ordine di cittadini. Giunto alla cattedrale parlò parole di benevolenza e di carità: disse esser egli tutto per tutti, disposto a dar la vita pei suoi. Lodò Pio; se chiamò immeritevole della dignità, a cui l'aveva innalzato, ma pronto a qual siasi sacrificio per lo adempimento dei suoi doveri: toccò dei tempi tristi, e dei tristissimi che si andavano addensando sul gregge di Cristo: infine chiedendo l'assistenza del clero, pregò la pace, la concordia scambievole, benedì al nuovo gregge. Per conoscer quindi da vicino e provvedere efficacemente ai bisogni di sua diocesi: giusta i doveri imposti ai vescovi