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10 VITA DI PIO VII

parlargli: fu ricevuto. Può credersi il Chiaramonti non molto soddisfatto della sua destinazione in Cesena, dappoiché interrogato dal papa se vivea tranquillo in quel monistero, rispose, ardentemente desiderare il ritorno in Roma, meglio consultore di qualche congregazione, che abate in santa Maria del Monte1: altre cose dichiarava sommessamente al papa, che l'udiva in silenzio, ma era evidentemente colpito dalla vivacità dei suoi modi e da quella santa modestia che non accusa, ma si difende. Promise visitare il dì seguente il monistero: stessero i monaci preparati a riceverlo: e quando, accolto dai religiosi, si degnò ammetterli al bacio del piede, anzi che recarsi nell'appartamento dell'abate di governo, scelse a bello studio le stanze tenute dal Chiaramonti: che volea Pio VI da se stesso verificare ciò che il dì innanzi aveagli il suo congiunto con franca ingenuità dichiarato: sovrana degnazione, che fece travedere essere il monaco casinese serbato a più alti destini. In tal modo per arcano decreto di provvidenza si vide sotto un medesimo tetto e in condizioni tanto diverse il sommo pontefice e l'immediato suo successore2.

VI. Restituivasi in Roma Pio VI: lo seguiva poco dopo l'abate Chiaramonti, che andò a stabilirsi in s. Paolo fuori

  1. Il titolo di abate conferito per grazia sovrana e non a tenore delle monastiche regole, assicura all'eletto una distinzione fra i confratelli, un seggio onorevole in coro, l'uso dell'anello, della mitra e vari altri privilegi: ma non lo toglie dalla sommissione dovuta all'abate titolare del monistero.
  2. Una delle cose, delle quali l'abate Chiaramonti portò querela a Pio VI era quella di non poter vivere nelle camere assegnategli dall'abate di reggimento, perchè situate in prossimità di un forno. Il papa, dopo aver ammesso al bacio del piede tutti i claustrali, si lagnò del caldo soffocante , che sentivasi nelle stanze onorate di sua presenza. Chiaramonti ne spiegò la causa e Pio VI uscì per condursi nell'appartamento tenuto dall'abate di governo , e trovandolo comodo e agiato, ordinò al medesimo di cambiare il suo quartiere con quello del padre Chiaramonti, ricordando che dovea fra i cenobiti osservarsi una perfetta reciprocanza.