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8 VITA DI PIO VI

Giunto all'età di sedici anni, decise di consacrarsi al signore vestendo le lane dell'inclito patriarca dell'occidente, che un nome di più aggiunse per esso ai moltissimi, che rendono venerando ed illustre quest'ordine benemerito della chiesa, delle lettere e delle scienze. Ricevuto novizio nel cenobio di s. Maria del Monte della vicina Cesena, dopo un anno di prova, emise i voti solenni, il nome di Barnaba cambiò in quello di Gregorio e saggio, modesto, affabilissimo tutti gelosamente rispettò e mantenne i doveri imposti ai figli di san Benedetto. Avvenuta la sua professione il di 20 agosto 17581, in quell'anno istesso, onde dar opera agli studi, lasciò il giovane cesenate quella famiglia cenobitica per trasferirsi al monistero di s. Giustina in Padova, città illustre e fiorente per discipline scientifiche e letterarie.

IV. Ma non era a Padova, ove lo attendeva la provvidenza, sempre mirabile, sempre grande nelle sue opere. Roma, che dovea più tardi onorarlo vicario di Cristo, vide entrare il giovane Chiaramonti nel monistero di s. Calisto, nominato a voti concordi alunno del primo elencato. Nella capitale del mondo cattolico, sotto gli occhi dei supremi moderatori della congregazione Casinese, si segnalò per la soavità dei costumi non meno, che per i progressi segnati nello studio delle scienze. Compiuto il corso filosofico e teologico diede prima buon conto di se in pubbliche conclusioni, andò quindi lettore di teologia nel monistero di s. Giovanni evangelista in Parma. Giusto estimatore dei suoi meriti il padre Cavalca abate di reggimento, lo chiamò a Roma per affidargli la educazione dei giovani alunni del convitto benedettino. Mentre disponevasi a lasciar Parma l'abate Sisto Rocci preside delle scuole, nell'accomiatarsi da lui, disse rivolto ai monaci che gli facevano corona: va questo giovane lettore in Roma a gettare le fondamenta del suo futu-

  1. Dopo un regno di oltre a 23 anni Pio VII morì il giorno istesso, in cui avea 65 anni innanzi abbracciato l'Istituto di quel grande, che dall'Italia proscrisse l'idolatria e vaticinò la morte di Totila.