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Rientrato però il Fabbri, come l’Orioli, il Silvani ed altri, in una sfera d’idee più moderate, fu creduto adattato dal governo di Sua Santità a coprire l’ufficio di prolegato della provincia di Urbino e Pesaro, e ne ricevette la nomina dal ministro Recchi il 10 aprile 1848.1

Lo essersi condotto lodevolmente in provincia fu senza dubbio la causa dell’essere stato prescelto dal Santo Padre a formare il nuovo ministero, della cui composizione parleremo nel capitolo seguente.

Intanto poi che queste cose accadevano qui, nell’alta Italia il rovescio delle armi piemontesi risvegliava le tristi passioni e volgeva gli animi ad estremi partiti. I popoli tumultuavano, le voci di tradimento passavan di bocca in bocca, e la truce discordia alzava ardimentosa la fronte.

Dall’altra parte i successi delle armi austriache imbaldanzivano i suoi generali, e ne diè un saggio il generale Welden col suo proclama e notificazione emessi il 3 e 4 di agosto che riportiamo in Sommario,2 e di cui torneremo a parlare nel capitolo seguente.

Dopo la battaglia di Custoza Carlo Alberto emetteva da Bozzolo un proclama per annunziare che il tentato armistizio, stante la durezza delle condizioni, venne respinto, ed invitava gl’Italiani ad armarsi per resistere ancora.

Detto proclama è del 28 di luglio.3 Si annunziava la ripresa dell’offensiva con un bullettino datato il 29 da Genova.4

Le proposte austriache per l’armistizio che si respinsero, erano le seguenti:

1° La linea dell’Adda.
2° Lo sgombramento di Venezia.
3° Il richiamo della flotta.


  1. Vedi la Gazzetta di Roma del 10 aprile 1848.
  2. Vedi il nostro Sommario, n. 35 e 36, e il vol. VI, Documenti, n. 119 e 121.
  3. Vedi Documenti, n. 102.
  4. Vedi id. n. 104.