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distinte tanto sulla loro importanza, quanto sulla loro influenza.

Intanto chiuderemo il presente capitolo colla narrazione di ciò che occorse in Roma per la circolare di segreteria di stato sulla consulta, che porta la data del 19 aprile 1847. Essa era diretta ai legati e delegati delle Provincie. Eccone il tenore:


«Ill.mo e Rev.mo Signore,

«In mezzo alle gravi cure del sommo pontificato la Santità di Nostro Signore non cessa di occuparsi con paterna sollecitudine di que’ miglioramenti, de’ quali possono aver bisogno i diversi rami della pubblica amministrazione. Quanto abbia già operato il Santo Padre per raggiungere questo importantissimo scopo, io non debbo qui rammentarlo. Tutte le persone savie che amano il vero bene dello stato, e che formano certamente l’immensa maggioranza dei sudditi, lo riconoscono, e ne esprimono la loro gratitudine al benefico e generoso . sovrano.

» La Santità Sua confidando nell’assistenza del Signore, continuerà nell’adottato sistema di migliorare successivamente la cosa pubblica dentro que’ giusti confini che nell’alta sua sapienza si è prefissi, e con quella maturità di consiglio che in detta opera si richiede. E una prova novella di queste benefiche intenzioni del Santo padre Vostra Signoria Ill.ma la troverà nella comunicazione che vengo a farle.

» Le dirò pertanto che la Santità Sua desiderosa sempre di regolare l’andamento delle amministrazioni dello stato nel modo più soddisfacente, si propone di scegliere e chiamare a Roma da ogni provincia un soggetto, che distinto per la sua posizione sociale, per possidenza, per cognizioni, riunisca in sè la qualità di suddito affezionato al pontificio governo, goda della pubblica estima-