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Un Valerio di Ostia Architetto a’ tempi di Cicerone ci rammenta Plinio22. Ma molti 226 Architetti Greci ancora furono in Roma. Tale esser dovea quel Ciro, che spesse volte si nomina da Cicerone23, il quale di lui valevasi ad Architetto. L’età di Cesare e di Augusto vide la magnificenza de’ privati e de’ pubblici edificj condotta in Roma a quell’eccesso di grandezza e di pompa, a cui non era giunta, né giugnerà forse mai. Ma la descrizione di essi alla Storia del lusso appartiene, e non alla Storia della Letteratura. Non mi tratterò io dunque a ragionarne distesamente, rimettendo chi voglia saperne alle belle descrizioni, che Plinio ci ha lasciate de’ Teatri di Scauro e di Curione, degli Acquedotto di Quinto Marcio, e di altri portentosi edificj, che a questo tempo erano in Roma24; e porrò fine a questa Parte coll’osservare, ch’ella è comune opinione, che l’Architettura a’ tempi d’Augusto giugnesse alla sua perfezione, e che sotto Tiberio cominciasse a dicadere. Ma il Winckelmann osservatore, se altri mai fu, diligente de’ monumenti antichi, riflette, che fino da questo tempo cominciò essa a degenerare, il che egli pruova coll’esame di alcuni edificj, che di quel tempo medesimo ci son rimasti, ne’ quali il troppo studio di ricercati ornamenti mostra, che la vera idea del bello in queste arti già si andava perdendo25. Così quel difetto medesimo, che cominciò sotto Augusto a introdursi nell’Eloquenza, come abbiamo veduto, cominciò pure a introdursi nelle Arti, di cui parliamo; e come quella colle altre scienze, così queste ancora ne’ secoli susseguenti vennero a stato sempre peggiore, come dal seguito di quest’opera si vedrà chiaramente.

1

De Civ. Dei l. IV c. XXXI.

2

In Numa.

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L. XXXIV c. VII.

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Ib. c. VI.

5

Ib. c. IV.

6

Intorno alle Arti Liberali esercitate da’ Romani veggasi la nuova edizione altre volte citata della Storia del

Winckelmann (T. II p. 305 &c.). 7

Ib. c. VIII.

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Hist. del l’Art t. II pag. 125 &c. Edit. d’Amsterdam.

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V. Winckelmann t. II p. 269, 276 &c.

10 L. I c. XIII. 11 Sembra, che il celebre Paolo Emilio volesse distruggere il pregiudizio comune a’ Romani, che l’esercizio delle belle arti non fosse degno di loro, perciocché, come osserva il Winckelmann (Storia delle Arti T. II p. 160, 306) citando l’autorità di Plutarco, egli scelse tra gli altri a Maestri de’ suoi figli alcuni Pittori e Scultori, acciocché nelle arti lor gli istruissero. Ma questo benché sì luminoso esempio non fece cambiar maniera di pensare a’ Romani. 12 L. XXXV c. IV. 13 C. X. 14 La maniera di dipingere usata da Ludio era nota a’ Greci più secoli prima de’ tempi di Augusto. O dunque Plinio ha errato, o egli vuol dir solamente, che Ludio fu il primo ad aver tra’ Romani gran nome in questo genere di Pittura (V. Winckelmann Storia dell’Arte T. II p. 130, T. III p. 215 Ediz. Rom.). 15 Di questo Pittore Amulio Plinio ci dice ch’ei fu humilis rei pictor; col che sembra indicare, non già ch’ei fosse pittor dozzinale, ma solo ch’ei si occupava comunemente di dipingere oggetti bassi e volgari. Aggiugne, che una Minerva fu da lui dipinta in modo, che spectantem aspectans quocumque aspiceretur; le quali parole a me non sembrano potere avere altro senso fuorché questo, che aveale il Pittore formati gli occhj in modo, che paresse tenerli fissi su chi rimiravala, da qualunque parte ei la rimirasse. Il Sig. Giuseppe Tommaselli non sa approvare questa spiegazione, e vuole, che Plinio ci indichi con quelle parole un quadro sì congegnato, che riguardandolo di fronte o da qualsivoglia lato sempre rappresentasse la figura ivi dipinta in un medesimo aspetto (Della Cerografia, Verona, 1785, p. 14 &c.). Io rimetto a chi sa di latino il decidere, se questo possa mai essere il senso delle arrecate parole.

16 L. II c. VIII.
17 L. XXXV c. XII.
18 Proem. l. VII.
19 V. Explication d’une Inscript. sur le rétablissement de l’Odeum d’Athenes t. XXIII Mem. de l’Acad. des Inscr.
20 Hist. de l’Art t. II p. 255 &c.
21 Quanto allo Stato dell’Architettura e degli Architetti del Tempo di Augusto veggansi anche le Memorie degli
Architetti del Sig. Milizia (T. I p. 53 &c. Ediz. Bassan. 1785).
22 L. XXXVI c. XV.
23 Ad Att. l. II ep. III; Famil. l. VII ep. XIV &c.
24 L. XXXVI c. XV &c.
25 Hist. de l’Art t. II p. 278.

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