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Quinto ancora era uomo amante di Letteratura e di libri; anzi una lettera abbiamo di suo fratello, in cui secolui si rallegra, che quattro Tragedie in soli sedici giorni avesse composte29. Il che però non saprei, se grande stima debba in noi risvegliare del suo ingegno. Certo egli fu troppo lungi dall’uguagliare, o dall’accostarsi ancora alla fama di suo fratello.

IX. Cicerone rammenta ancora la Biblioteca di un certo Fausto, ch’era in Pozzuoli, poiché di là scrivendo ad Attico, Ego hic, gli dice30 , pascor Bibliotheca Fausti. Ed è verisimile, che avendo alcuni cominciato a far raccolta di libri, in un tempo singolarmente, in cui le scienze erano con ardor coltivate, molti altri ne seguisser l’esempio, e in questa parte ancora, come suole accadere, si gareggiasse nel lusso e nella magnificenza. Alcuni nel numero de’ privati, che raccolsero Biblioteche, pongono ancora il famoso Varrone, e tra gli altri il Falstero31. Ella è cosa probabile, che così fosse; ma le testimonianze, ch’egli ne adduce, nol provano in modo alcuno. Reca egli il passo di Plinio il vecchio, ove dice32

M. Varronis in Bibliotheca, quæ prima in orbe ab Asinio Pollione

ex manubiis publicata Romæ est, unius viventis posita imago est. Ma basta sapere un pochissimo di Latino per intendere, che Plinio parla qui della Biblioteca di Pollione, di cui parlerem noi pure tra poco, e che dice, che al solo Varrone tra gli uomini illustri, che allor vivevano, fu in essa innalzata una statua. I due testimonj di Gellio33, ch’egli pur cita, in cui racconta, che nella proscrizion da lui fatta la sua Biblioteca fu rubata e dispersa, possono ancora intendersi, come confessa il Falstero medesimo, de’ libri da Varrone composti, che formar potevano quasi un’intera Biblioteca. Quindi, benché si possa probabilmente pensare, che non mancasse al dotto Varrone questo ornamento34, che