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l’esilio ad Attico20 , si ad nos veneris: offendes designatione Tyrannionis mirificam in librorum meorum Bibliotheca, quorum reliquiæ multo meliores sunt quam putaras. Etiam vellem mihi mittas de tuis librariolis duos aliquos, quibus Tyrannio utitur, glutinatoribus, ad cetera administris; iisque imperes, ut sumant membranulam, ex qua indices fiant, quos vos Græci, ut opinor, syllabos appellatis. Quindi in altre lettere21 gli dà ragguaglio de’ vaghi ornamenti, che Tirannione e Dionigi e Menofilo aggiunti aveano alla sua Biblioteca, e spiegando il suo giubbilo per l’ordine, in cui Tirannione avea disposti i libri, Postea vero quam, dice, Tyrannio mihi libros disposuit, mens addita videtur meis ædibus. Non è perciò a stupire, che la Biblioteca fosse a Cicerone l’oggetto delle sue delicie, e che appena libero dagli affari corresse, per così dire, a nascondervisi entro. Itaque, scrive egli allo stesso Attico22 , libris me delecto, quorum habeo Antii festivam copiam; e a Curio23

Cum salutationi nos dedimus amicorum... abdo me in Bibliothecam.

Una delle sventure, a cui più fosse sensibile, si fu allor quando un de’ suoi schiavi detto Dionigi rubatigli molti libri se ne fuggì. La maniera, con cui egli ne scrive a Sulpicio, fa ben vedere, quanto ei ne fosse afflitto24

Dionysus servus meus, qui mea bibliothecam multorum nummorum tractavit,

cum multos libros surripuisset, nec se impune laturum putaret, aufugit. Is est in provincia tua... Hunc si tu mihi restituendum curaris, non possum dicere, quam mihi gratum futurum sit. Res ipsa parva; sed animi mei dolor magnus est... Ego si hominem per te recuperaro, summo me a te beneficio affectum arbitrabor.

VII. Né di libri solamente, ma di antichità ancora, che servissero a ornamento della sua Biblioteca e de’ suoi portici, era avidissimo Cicerone. Undici lettere scritte quasi di seguito una 216 dopo l’altra ad Attico noi abbiamo25, nelle quali lo va di continuo importunando per certe statue antiche, che da lui gli si dovean mandare; dice, che si compiace solo al pensarvi, che le aspetta con impazienza, che non tardi punto, ma affretti a spedir