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bbo dirti ciò che ne penso, a me sembra che non solo a quelli che degli studj prendon piacere, ma alla patria ancora tu sii debitore di tal lavoro sicchè questa repubblica, come fu salva per te, per te ancora si adorni ed illustri. Or puoi tu bene in ciò compiacerla, perciocchè ella è questa più che altra mai impresa, come tu stesso giudichi, degna di un oratore. Per la qual cosa accingiti di grazia, e prendi il tempo La storia non fu a que' tempi molto felicemente illustrata.opportuno a scrivere in tal materia che da' nostri maggiori è stata o trascurata o sconosciuta. Perciocchè dopo gli Annali de' Pontefici Massimi, di cui non può esser cosa più disadorna e digiuna (leggesi comunemente nihil... jucundius; ma altri più probabilmente leggono nudius, o jejunius), se tu ti volgi o a Fabio, o a Catone, che tu sempre hai sulle labbra, o a Pisone, o a Fannio, o a Vennonio, benchè abbiano qual più qual meno qualche eloquenza, non vi ha nondimeno scrittor tenue ed esile al pari di tutti questi. Celio Antipatro, che fu di tempo vicino a Fannio, gonfiò alquanto lo stile ed ebbe qualche eloquenza, ma rozza e agreste, senza studio e senza coltura; potè nondimeno servir di stimolo agli altri, perchè con maggior diligenza scrivessero. A lui succederono Gellio, Clodio, Asellione, i quali non che imitare, o superar Celio, tutta ritrassero ne' loro scritti la languidezza e l'ignoranza degli antichi scrittori. Debbo io qui forse mentovare Azzio? la cui loquacità non è talvolta priva di vezzi, ma non già presi dalla colta eloquenza de' Greci, ma sì da' nostri copisti: nelle orazioni poi egli è prolisso e importuno fino alla impudenza. Sisenna amico di Azzio ha superati a mio parere tutti i nostri scrittori di storia, seppur non ve n'ha di quelli i cui scritti non siano ancor pubblicati, de' quali non posso or giudicare. Ma nè egli ebbe luogo nel numero degli oratori, e nella storia ha un non so che di puerile; talchè sembra che niun altro de' Greci egli abbia letto fuorchè Clitarco e che soltanto prefiggasi d'imitare questo autore, cui quando pure l'uguagliasse, non sarebbe però ancora perfetto scrittore.

Ella è dunque questa impresa tua, o Tullio, ec."

IV. Fin qui Attico presso Cicerone il quale gli stessi sentimenti intorno agli antichi storici romani altrove ancora ci esprime (l. 2 de Orat. n. 13). "Nè è a maravigliare, soggiugne egli, se la storia non è stata ancora dagli scrittori latini illustrata, perciocchè tra' Ro