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Parte III. Libro II. 127


Hic canet illustri primus bella Itala versu,
Artolletque Duce coelo; resonare docebit
Hic Latiis Helicona modis, nec cedet honore
Ascræo famave seni: sic Phoebus; & Hosto
Ultrix per geminum transcurrit tempus harundo.

Così Silio; il quale, benché con poetica finzione adorni questo racconto, non deesi credere nondimeno, che finto abbialo interamente; poiché veggiamo, che nel suo Poema egli si attiene fedelmente alla Storia. Egli dice, che Ennio discendeva Messapi ab origine Regis, perché come Servio afferma41, vantavasi Ennio di discendere da Messapo; ma non so, se facil cosa fosse per riuscirgli il provar questa sua genealogia con autentici documenti. Certo ei visse povero, come fra poco vedremo. Quelle parole: Latiæque superbum vitis adornabat dextram decus, ci mostrano, ch’egli era Centurione, ossia Capitano, perciocché insegna di questa dignità era appunto il ramo di vite42. Ma questo è ciò, che muove non picciola difficoltà. La guerra di sopra accennata accadde nell’anno di Roma 538; quando Ennio, nato l’anno 514, non contava che ventiquattro anni d’età. Or che uno straniero e povero, come era Ennio, salisse al grado di Capitano in età sì fresca, non pare che agevolmente si possa persuadere. Ma io rifletto, che Silio di lui dice, che da’ Calabresi era stato mandato: hispida tellus miserunt Calabri. Non par dunque improbabile, che Ennio fosse condottiero delle milizie, che i Calabresi per ordine de’ Romani costretti fossero a mandare in Sardegna; e se essi eran persuasi, ch’ei traesse da Messapo la sua origine, non è improbabile, che, benché giovane, il ponessero al comando delle lor truppe.

XI. Checchesia di ciò, pare, che Ennio finita la guerra continuasse a vivere in Sardegna. Aurelio Vittore racconta, che Catone soggiogò la Sardegna, di cui era Pretore; e che ivi fu da Ennio istruito nelle lettere Greche43 . Ma in primo luogo io trovo bensì, che Catone in Sardegna cacciò dall’Isola gli usurai44; ma che vi guerreggiasse, nol trovo. In secondo luogo,