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Pausania129 il chiama uomo nella Scultura non inferiore ad alcuno. In fatti Plinio racconta 130, che fattosi egli nel lavoro di una Statua a gareggiar con Mirone, uno de’ più celebri Scultori, che fiorisse allor nella Grecia, fu questi dall’Italiano Pittagora superato; anzi, come nello stesso luogo aggiugne Plinio, con un altro Pittagora ancora Leontino di patria il medesimo Mirone in somigliante cimento venne meno al confronto. A questo secondo Pittagora attribuisce Plinio l’onore di avere il primo le vene e i nervi e i capegli ancora dell’uomo più dilicatamente scolpito. Assai maggiore sarebbe la gloria del primo Pittagora da Reggio, se certo fosse ciò, che l’Autore del trattato de l’Usage des Statues afferma131, cioè che per testimonio di Cicerone egli fosse Maestro del famoso Lisippo, di cui la Grecia non vantò mai il più eccellente Scultore. Ma a parlare sinceramente, per quanto io abbia cercato nelle opere di Cicerone, non ho mai potuto rinvenire tal passo; né di altro Pittagora fuorché del Filosofo io non veggo mai farsi da lui menzione. XXXII. Rimane a dir qualche cosa della Pittura. Intorno a quest’arte poche memorie ci son rimaste. E nondimeno abbiam quanto basta a conoscere, che essa ancora e nella Sicilia e nella Magna Grecia felicemente fu coltivata. E primieramente se io volessi affermare, che Zeusi fu Italiano, niuno, io credo certo, potrebbe convincermi di falsità. Zeusi fu di Eraclea; in ciò convengono gli antichi Scrittori; ma qual fosse quest’Eraclea, se quella, che era nella Magna Grecia, o alcuna di quelle, che erano altrove, nol diffinisce alcuno, a cui debbasi certa fede. Anzi più conghietture concorrono a renderci verisimile, ch’ei fosse nativo della prima. Plinio ci assicura, che credevasi da alcuni, ch’ei fosse stato discepolo di Demofilo nativo d’Imera nella Sicilia. Ecco le sue parole132 : Ab hoc artis fores apertas Zeusis Heracleotes intravit Olympiadis XCV anno IV, audentemque jam aliquid pennicillum... ad magnam gloriam perduxit, a quibusdam falso in LXXXIX Olympiade positus, cum fuisse necesse est Demophilum Himeræum, & Neseam Thasium, quoniam utrius eorum discipulus fuerit ambigitur. Le quali parole



2 ftra(1) Uh. VI. cap. IV. (?) Part. I. cap. Vllt (2) Lib. XXXLV. e. Vili. (4) Uk XXXV. e IX. Digitized by Google