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minciò ad essere il punto di partenza delle carovane che, attraversando l’Asia Centrale, mantennero per lungo tempo colla Cina importanti relazioni commerciali. Da Samarcanda le carovane si dirigevano primieramente al nord; giungevano al Syrdaria presso la città di Otrar, e toccavano quindi il luogo di Talas sul fiume del medesimo nome, e la città di Almalik comunemente identificata colla odierna città di Kulgia sull’Ili. Da questo fiume la strada si volgeva al sud e, per mezzo di un valico attraverso la nevosa giogaia del Tien-scian o dei Monti Celesti, discendeva nel Turchestan orientale (bacino dei Tarim): in fine, percorrendo il deserto di Gobi e le steppe della Mongolia, giungeva alla prima città cinese, conosciuta col nome di Kanceu. Da questo luogo alla capitale Chan-balik (odierna Pe-king), si contavano ancora quaranta giornate di viaggio. I navigatori arabi, dei quali si è discorso precedentemente, distinguevano nella Cina due parti, l’una meridionale detta Machin, l’altra settentrionale detta Katai, nella quale era Chan-balik o Can-balu. Nella sua prefazione al libro di Marco Polo il colonnello Yule osserva che per circa tre secoli le provincie settentrionali furono distaccate dal naturale loro governo, e soggette a dinastie straniere, tra cui i Khitan popolo che si crede di famiglia Tongusa, e dal quale ebbe origine il nome di Khitai, Khatai o Cataio, col quale per quasi mille anni la Cina fu poi designata dalle nazioni dell’Asia anteriore, e lo è ancora oggi dai Russi.

I geografi arabi descrivono ampiamente quasi tutte le parti dell’India, nella quale si distinguevano sotto il nome di Sindh i distretti occidentali o dell’Indo, e con quello di Hind gli orientali, appartenenti al bacino del Gange. Il Dekhan era comunemente considerato come parte del Sind: ma di quella importante contrada gli Arabi non conoscevano che la costa occidentale.

Il Tibet compare nella geografia orientale sotto il nome di Tobbat, e diviso, come nei tempi posteriori, in tre parti, superiore, media ed inferiore. Tra i prodotti speciali di quella elevata regione, gli Arabi menzionano il borace e l’animale del