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scrittore toscano1, dava alle parti solide della superficie terrestre una estensione molto maggiore. «La zona torrida, egli dice, è abitabile, ed è un pregiudizio volgare quello di credere che i nostri antipodi debbano necessariamente cadere. I medesimi climi dell’emisfero superiore (settentrionale) si ripetono simmetricamente nell’emisfero inferiore (meridionale), dall’altro lato dell’equatore, e vi sono due razze di Etiopi, l’una al tropico settentrionale, l’altra al tropico meridionale. L’emisfero inferiore, abitato dai nostri antipodi, non è totalmente coperto dalle acque: la sua maggior parte è abitata, e se gli individui di quelle lontane regioni non giungono sino a noi, ciò è per causa della immensa estensione dei mari intermedi, e, forse anche, per una forza magnetica che, come la calamita fa del ferro, attrae ed incatena le carni umane. Del resto, i popoli della zona torrida, ben lungi dall’essere privi di intelligenza a cagione del calore cocente, sono invece molto istruiti, come risulta dalle opere filosofiche ed astronomiche che ci sono pervenute dall’India»2.

Rogero Bacone (1214-1294), a proposito della Terra abitabile, o, per meglio dire, della quantità delle terre emergenti, fa le seguenti considerazioni. «Tolomeo, nel Libro della Disposizione della sfera vuole che la parte abitabile sia quasi la sesta parte della Terra. Aristotele dice che il mare è piccolo tra il termine della Hispania dalla parte di occidente e il principio dell’India verso oriente, ed afferma che più della quarta parte della Terra è abitata, nel che concorda anche Averroe3. Il medesimo mare, secondo che ne dice Seneca nel Libro V delle Questioni Naturali si può attraversare, con vento favorevole, in pochissimi giorni. E Plinio insegna, nella Storia Naturale, che il seno Arabico dista dal mare Indico per lo spazio corrispondente ad un anno di navigazione, dal che si conchiude che non molta è la distanza del principio dell’India dal termine della Spagna: secondo il medesimo autore il mare è tanto piccolo da non coprire i tre quarti della superficie terrestre. E ciò è provato dall’autorità di Esra, il quale dice nel Libro IV, che sei parti della Terra sono abitate, e la settima è coperta dalle acque»4. In un altro luogo dell’Opus maius il Filosofo così si esprime intorno al medesimo argomento: «Il mare non copre i tre quarti della superficie terrestre. È evidente che una parte considerabile del quarto abitato deve trovarsi al disotto della nostra propria abitazione, poiché le parti estreme dell’Oriente e dell’Occidente sono vicine l’una all’altra, come quelle che

  1. Alberto Magno, nato nel 1193, morì nel 1280.
  2. Liber cosmographicus de natura locorum, 1515, fol. 14 e 23.
  3. Averrhoes o Averroe, illustre medico e filosofo arabo, nacque probabilmente nel 1120 in Cordova, e morì a Marocco nel 1198.
  4. Esra, Lib. IV, Cap. 6: «Et tertia die imperasti aquis congregari in septima parte terrae».