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tanto eccellente in ogni sua parte da giustificare il titolo di Cosmografo incomparabile che si legge in una medaglia coniata dai Veneziani in onore del suo Autore. In questo monumento cartografico «alla straordinaria ampiezza e grandiosità materiale, tutta messa a pittura e ad oro, corrispondono la copia e la sceltezza delle nozioni, talchè si direbbe un trattato quasi completo di Geografia in bella foggia rappresentativa distribuito, col corredo di lumi affatto nuovi e veri, massime intorno al Nilo, e delle più recenti scoperte di quell’età alla costa occidentale dell’Africa, e col marcato possibile giro attorno a questa. La quale ultima preziosa singolarità ripetuta in altro simile planisfero dallo stesso Fra Mauro eseguito per onorevole commissione di Alfonso V re di Portogallo, e colà inviato, servì senza dubbio di norma alle successive navigazioni dei Portoghesi, e al passaggio all’India per la parte di scirocco»1.

La figura del Mappamondo è quella di una ellisse poco eccentrica, il cui asse maggiore, da settentrione a mezzodì, è di piedi parigini 5 e pollici 11 (m. 1,92), e l’asse minore, da levante a ponente, è di piedi 6 e linee 7 (m. 1,97).

Il settentrione è posto al basso della carta, e ad ogni ottava parte del contorno sono segnati i punti cardinali e gli intermedi con i loro nomi in lettere maiuscole: «Septemtrio, Maistro, Occidens, Garbin, Auster, Siroco, Oriens, Griego».

Le tre parti del Mondo Antico sono circondate tutto all’intorno dall’Oceano mondiale colorato in azzurro, e sparso di numerosissime isole quasi tutte assai piccole. I confini della Terra descritta sono: al nord la Permia (paso dei Samoiedi); al nordovest la Scandinavia e l’Ixilandia (Islanda); all’ovest la Spagna e l’isola detta Berzil (le Azore); al sud-ovest il Capo Verde ed il Senegal o, altrimenti, l’Etiopia occidentale; al sud la estremità meridionale dell’Africa con Sofala; al sud-est l’isola Saylan; all’est la Giava Maggiore; al nord-est il Cataio.

Il centro del Mappamondo, segnato da una pallottola metallica, giace tra la Caldea, l’Assiria, la Mesopotemìa, giusta la

  1. Canale, op. cit., pag. 462.