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68 LIBRO PRIMO — 1744.

nemica, i nostri, facendo subita mutazione, con grida, incendii, distruzioni e spavento, non lascino agli assalti nè tempo nè consiglio. Una mano più eletta entri in casa del re, e lo prenda; vadano gli altri ai campi, a’ parchi, distruggendo e fugando. Schiere nostre maggiori assaltino al tempo stesso il destro lato delle nemiche linee; i rimanenti si tengan pronti a’ soccorsi o alla vittoria. Se va felice l’impresa, noi compiremo in una notte i travagli della guerra: se manca, tornando alle trinciere, saremo al dì seguente, come oggi siamo, presti agli eventi ed a’ consigli. Questo io volgeva in mente (bramoso di vendetta) da quel giorno in cui perdemmo l’Artemisio: oggi io propongo a voi: risolvete.»

Tutti applaudirono; gli uni come forti, gli altri per apparire. Furono assegnate le parti: a’ generali Novali e Broun, assalire con sei mila soldati la sinistra del campo; al generale Lobkowitz, con nove mila, la diritta; al generale maggiore del campo tenere in armi e pronte le rimanenti forze: i segni, i motti di riconoscenza e d’incontro furon fermati. Giunge la notte del 10 all’11 di agosto; in sè chiudeva i destini del regno; e partono con le preparate colonne (pena la morte a chi alzasse grido, voce, o romor d’armi) Novati e Lobkowitz: il resto dell’esercito sta vegliante: Novati arriva, entra nel campo di Velletri, uccide, opprime, e inavvertito prosiegue. Un reggimento irlandese, militante per la Spagna, poco indietro accampato, è sorpreso, in parte ucciso; ma quel che rimane, destatosi, combattè: il romor della pugna e i fuggitivi avvisano il campo; e allora gli Alemanni udendo i tamburi de’ nemici e le trombe sonare allarme, si manifestano con le grida, e com’era già comandato, fracassano, ardono, abbattono una porta (quella chiamata di Napoli), entrano, e corrono la città. Appena l’alba chiariva il ciclo.

Carlo, che in casa Ginetti dormiva, è desto dalle guardie; si copre in fretta di vesti, cinge la spada, e per gli orti della casa riparasi nel campo dei Cappuccini. Fuggono il duca di Modena, l’ambasciatore di Francia, il conte Mariani sopra cavallo, (però che giaceva in letto d’infermità), il duca d’Atri nudo tra gl’incendii della casa: tutto è scompiglio in quella prim’ora. I paesani piangenti pregano pietà dal vincitore che spietato gli uccide e ruba. Molti soldati della nostra parte combattono dalle finestre. dai tetti; altri si accolgono in qualche piazza della città, e facendo mano resistono; altri con l’armi aprono un varco: molte particolari o sventure o virtù restano ignote: cadde moribondo combattendo tra’ primi Niccolò Sanseverino, fratello al principe di Bisignano: il colonnello Macdonal, chiaro nelle passate guerre, montato sopra un cavallo, grande egli stesso della persona, fermatosi nella piazza maggiore della città, alzato il braccio e la spada. grida ai soldali che disordi-