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LIBRO PRIMO — 1734. 37

negli stati pontificii accolto, mantenuto ed onorato: legati del papa lo precedevano, altri stavano nè campi, altri presso di Carlo: ma la corte romana, sebbene închinasse alle felicità di Spagna, conoscendo le mutabilità della sorte, velava que’ favori co’ ministri di Cesare. L’istesso Montemar sospettando che squadre imperiali venissero improvvise dietro alle sue colonne, fermò retroguardo fortissimo, e procedeva in tale ordinanza da volgere sopra ogni fronte le maggiori sue forze.

XXI. AI grido che l’esercito di Spagna si avanzava contro Napoli, le nuove speranze del popolo, i timori de’ ministri di Cesare, gli apparati, le provvidenze agitarono il regno. Era vicerè Giulio Visconti, e comandava le milizie il conte Traun; i quali non potendo dissimulare il pericolo, sperarono di attenuarne gli effetti, palesandolo: il vicerè con editto bandi la guerra; e convocando nella reggia gli eletti delle piazze, rivelò del nemico le speranze, i mezzi, il disegno; quindi il disegno, i mezzi, le speranze proprie; le fortezze munite, i presidii poderosi, le schiere attese da Sicilia, schiere maggiori da Alemagna, un esercito di venti mila imperiali guidati dall’animoso maresciallo Merey alle spalle dell’oste spagnuola, l’amore de popoli per Cesare, gli ajuti divini per giusta causa: e poi pregava gli eletti operassero col governo, accrescendo l’annona, mantenendo fida la plebe, pagando al fisco il promesso donativo di ducati seicento mila. Furono le risposte umili, confidenti; e, come è costume de’ rappresentanti di popolo scontento, promettitrici ne’ pericoli presenti di soccorsi lontani.

Altro consiglio convocò il vicerè per la guerra. Differivano le opinioni del conte Traun e del generale Caraffa, Napoletano agli stipendi di Cesare. Voleva il Traun spartire le milizie nelle fortezze, obbligare il nemico a molti assedii, e contrastando per parti di esercito e per luoghi divisi, allungare la guerra e aspettare gli ajuti di Alemagna. Voleva più animosamente il Caraffa menomare i presidii di Pescara, Capua, Gaeta, Santelmo; vuotare ed abbattere le altre fortezze o castelli, comporre esercito che bastasse a fronteggiare il nemico, ed aspettare il tempo de soccorsi volteggiando all’aperto e scansando le diffinitive battaglie, se non quando per argomenti di guerra fosse certa la vittoria. Vinse il parere del Traun: presidiate copiosamente le fortezze, i castelli alzato campo forte per trinciere e batterie nelle strette di Mignano, pregato a Cesare di sollecitare i soccorsi. Venticinquemila Tedeschi nelle due Sicilie si spicciolarono contro all’esercito unito di Carlo, men poderoso per numero, e senza gli ajuti de’ luoghi e de’ munimenti.

Nel tempo stesso il vicerè mandò vicarii nelle province per levar gente d’armi, accumular denari e vettovaglie, provvedere alla difesa del regno facendo guerra in ogni città o borgo: furono vicarii i