Pagina:Storia del reame di Napoli dal 1734 sino al 1825 I.pdf/333


LIBRO QUINTO — 1805. 323

il regno, diverrebbe di maggior momento nel caso di tener fronte ad esercito più potente d’Inglesi, Russi e Napoletani.

Ed allora voi contrasterete il terreno piede a piede, per impedire al nemico di giungere alle spalle del nostro esercito d’Italia, prima che le certe sventure delle armi austriache in Germania non abbiano richiamato dall’Adige o dal Mincio il principe Carlo.

Saranno dunque le vostre parti, se di assalitore, conquistare il regno e conservarlo; se di assalito, impedire al nemico il cammino verso il Po.»

Per le quali lettere il generale Saint-Cyr, disposto l’esercito al doppio scopo, attendeva il comando dell’imperatore o gli eventi. Giunse il comando che imponeva uscir dal regno le schiere francesi, però che il re di Napoli avea confermato i patti di amicizia per nuovo trattato conchiuso a Parigi tra ’l ministro Talleyrand per lan Francia, e ’l marchese del Gallo per Napoli, il giorno 21 di settembre del 1805: il qual trattato stabiliva dalla parte del re neutralità nella guerra presente, mantenimento con tutte le sue forze di terra e mare delle ragioni di stato neutro, impedimento agli sbarchi di soldati o alla entrata ne’ porti di legni contrarii alla Francia, promessa e debito di non affidare ad alcun forestiero il comando delle milizie napoletane o di alcuna fortezza. E dalla parte dell’imperator de’ Francesi lo sgombero in trenta giorni dell’esercito di Saint-Cyr.

Succedute le ratifiche il dì 9 di ottobre, il generale Saint-Cyr nel giorno istesso per le vie più brevi parti dal regno, sollecito di congiungere i suoi battaglioni all’esercito d’Italia già combattente su Adige. Piacque a’ Napoletani la neutralità preservatrice dalla guerra, e cagione di tornar liberi da’ presidii francesi e dal peso di mantenerli. Andava perciò benedetta la prudenza del re, quando si udì essersi legato per trattato di Vienna (trattatore il duca di Campochiaro) con l’Austria, la Russia e l’Inghilterra, contro la Francia, e date le ratifiche il dì 26 di ottobre, diciassette giorni dopo le ratifiche date al trattato di neutralità e però nel tempo medesimo il re di Napoli stipulava pace in Parigi, guerra in Vienna, ed a quelle azioni turpissime e alla fine esiziali si dava nome di sapienza e di senno di governo.

Poco appresso, il giorno 19 di novembre, approdate nel golfo molte vele, sbarcarono in Napoli ed in Castellamare undicimila Russi, duemila Montenegrini, e poco meno di seimila Inglesi. Il re, festeggiando l’arrivo di quelle genti, pose il proprio esercito sotto l’impero del generale russo Lasey. Il quale, poco esperto di guerra e superbo, vantava certa la vittoria; e nel circolo di corte, quando ebbe dalla mano del re, in segno di supremo imperio, spada ricchissima, egli brandendola in alto, disse: Non la depor-