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320 LIBRO QUINTO — 1804.

de’ mezzi e delle speranze, tornava contento ne’ mari di Europa con le prue volte a Rochefort. Ma il dì 22 di luglio incontrato nel grosso dell’Oceano dall’ammiraglio inglese Calder che aveva quindici vascelli, fu assalito; e per i difetti delle coalizioni e le migliori arti marinaresche degl’Inglesi, Villeneuve più forte di cinque navi, restò vinto, e si riparò, co’ legni malconci che gli restavano, dentro il porto del Ferrol, indi a Cadice. Sopravvenne, come testè ho rammentato, l’abbandono della impresa d’Inghilterra, scemò l’importanza delle battaglie di mare; ma correva maligna la fama dell’ammiraglio Villeneuve.

Il quale avendo quarantasei tra vascelli e legni minori e credendo assai men forte innanzi Cadice l’ammiraglio Nelson, pensò agevole il vincere; e la vittoria sopra il più grand’uomo di mare dell’Inghilterra e del secolo dover essergli ristauratrice delle patite sventure nell’Oceano e in Egitto. Così lieto, il 19 di ottobre uscì dal porto; e per due giorni navigarono a fila Nelson e Villeneuve; ciascuno inteso a scegliere il tempo e le ordinanze per combattere. Il dì 21 si affrontavano nelle acque di Trafalgar, e seguì battaglia sanguinosa, stupenda per virtù e per valore; della quale non fo racconto perchè serbato allo storico felicissimo delle geste di Francia; e solamente ne dirò quello che importi alla piccola nostra fatica, o che per la maraviglia de’ casi e per gl’insegnamenti che ne derivano diviene istoria di ogni età e di ogni popolo.

Gl’Inglesi con quaranta navi restarono per ardite ordinanze vincitori di nemico più forte, imperciocchè Villeneuve sperava dar battaglia in linee parallele, e Nelson procedendo a colonne sfondava in due punti l’ordinanza francese, e combattendo con tutti i suoi legni parte dei legni del nemico, la inferiorità scompariva. Gli ordini paralleli rammentano in terra e in mare la infanzia della tattica; e può giovarsene un capitano quando abbia maggior forza e libertà di movimenti, che l’andare così formato al nemico può essere utile, lo aspettarlo è danno. Perderono i Francesi per difetto d’arte; ma quanto in uomini possa valor di guerra, disciplina, pazienza, disperazione, mostravano in quel giorno. Il vascello che aveva nome il Redontable perdè sopra seicentoquarantatrè uomini di equipaggio, cinquecentoventidue morti o feriti; all’Achille si apprese il fuoco, e nell’incendio combatteva; le trombe ad acqua erano sprezzate, mancavano i mezzi di salvezza, le batterie una dietro l’altra bruciavano, bruciavano gli alberi, le antenne, era inevitabile e vicino lo scoppio della polveriera. E allora tre vascelli nemici si slontanarono, e i difensori dell’Achille, volgendo un guardo mesto a sè stessi, provvedevano a salvarsi altri a nuoto, altri sopra tronchi di legno gettati in mare. Fu visto, spettacolo sublime, andar gl’Inglesi sopra piccole barche intorno all’incemdio per ajutare e rac-