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306 LIBRO QUINTO — 1800.

francesi; che ogni tribunale di stato fosse abolito nelle due Sicilie, ed il re promettesse di accogliere, intanto che la pace si conchiudesse, le raccomandazioni del governo francese a pro delle persone imprigionate o fuoruscite per causa di opinioni.»

Sciolto il congresso per lo armistizio, altro per la pace convenne in Firenze, trattando per il re lo stesso colonnello Micheroux, e per la repubblica il cittadino Alquier. Fu stabilito:

«Pace durevole:

I porti delle due Sicilie chiusi agl’Inglesi ed a’ Turchi sino alla pace di que’ due potentati con la Francia, e sino al termine delle quistioni marittime fra l’ Inghilterra e î regni del Settentrione:

Que’ porti medesimi aperti a’ Russi, agli stati compresi nella neutralità marittima, ed alla repubblica di Francia e suoi collegati. E se il re di Napoli per questi patti temesse le offese de’ navilii discacciati da’ porti, la repubblica francese darebbe come l’imperatore delle Russie, ajuti di armi capaci ad assicurare gli stati delle due Sicilie:

Rinunzia del re alla repubblica francese, di Porto Longone e di quanto altro egli possiede nell’isola d’Elba; non che degli stati detti Presidii della Toscana, e del principato di Piombino.

Oblio ne’ Francesi de’ sofferti danni, ma obbligo nel re di pagare in tre mesi cinquantamila franchi (centoventimila ducati napoletani), onde ristorare quegli agenti o cittadini francesi che più patirono per causa de’ Napoletani:

I soggetti del re, banditi, costretti a fuggire, o chiusi nelle carceri, o nascosti per politiche opinioni, riammessi alla patria, alla libertà, ed al godimento de’ loro beni:

Restituiti alla repubblica i monumenti di belle arti presi a Roma da’ commissarii napoletani:

E infine comune quella pace con le repubbliche bàtava, cisalpina e ligure.»

E per patti segreti:

«Stanziare, durante la guerra della Francia con la Porta e con la Gran Brelagna, quattromila Francesi negli Abruzzi dal Tronto al Sangro, e dodicimila nella provincia d’Otranto sino al Bradano;

Dare il re tutto il frumento necessario a quei presidii, e cinquantamila franchi il mese per gli stipendii.»

XXII. Dura pace per Napoli, ma pace. Il marchese del Gallo mandato supplicchevole a Bonaparte, come che grato a lui fin da’ negoziati di Campoformio, nulla ottenne in disgravio, se non la promessa di resta fedele a’ trattati, ed impedire le ribellioni negli stati de re. Perciò al generale francese Soult, destinato ad occupare il paese dal Tronto al Bradano, fu: proscritto dal primo console mantenere nell’esercito severa disciplina non incitar tumulti, con-