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298 LIBRO QUINTO — 1800.

fu desta, ed ella nell’aprire il foglio, diceva: «Leggiamo la fine del presuntuoso esercito di Bonapart.» Ma quando lesse la disfatta di Melas instupidì, rilesse come incredula il foglio, e fatta certa della trista nuova, le mancò la luce e si appoggiò morente alla donna che l’aveva desta. Risensata, scorse di nuovo l’abborrita lettera e infermò; poi seppe la convenzione di Alessandria, lo sgombero delle fortezze da’ Tedeschi, tutte le felicità di Bonaparte; e appena sanata del male andò ad Ancona, quindi a Trieste ed a Vienna; già mutata in timore di perdere i proprii regni l’ambizione di maggior dominio.

Nel conclave di Venezia, che durò tre mesi e mezzo, fu eletto pontefice il cardinale Chiaramonti che prese nome di Pio VII. Invocato a tornare al Vaticano dai popoli di Roma, dichiarava che tornerebbe quando i Napoletani e i Tedeschi deponessero il governo de’ suoi stati ai ministri pontifici; ma que’ due potentati nelle attuali confusioni d’Italia, bramando ritenere terre e dominii per patteggiarli nei congressi di pace, si opponevano; e lo stesso re delle Sicilie, devoto alla chiesa, difendeva le scandalose brighe dicendo conquistate quelle province, non dal papa, sopra i Francesi. Ma infine, per coscienza o politica, egli primo cedè, indi, ad esempio, l’imperator d’Austria; e concordando che gli stati sarebbero presidiati dalle milizie delle due corone, ma restituito libero il governo, il pontefice in luglio tornò in Roma, dove rivocando le ordinanze e leggi di Bourcard e di Aragona, ristabilito l’antico reggimento, rimesse le colpe della rivoluzione, disserrate le carceri, cominciò regno, a modo papale, modesto e cauto.

XIX. In quel tempo medesimo, fra tante nuove avverse, una giunse avventurosa, la cessione di Malta alle milizie inglesi e napoletane, Il re Ferdinando, durevole nemico della Francia, manteneva nello assedio duemila soldati, due vascelli ed altre navi da guerra e da trasporto; e quelle milizie di terra e mare gareggiarono per valore o per arti con le inglesi. La fortezza, dopo assedio di due anni e sforzi portentosi del presidio, ai 5 di settembre di quell’anno 1800, per mancanza di vettovaglie, capitolò coi soli Inglesi, quantunque i Napoletani fossero stati a parte della guerra, ed un trattato d’alleanza (l’anno 1798) tra l’Inghilterra e la Russia stabilisse che l’isola, quando fosse riconquistata sopra i Francesi, andrebbe all’ordine legittimo di Malta, del quale Paolo I di Russia erasi nominato gran-maestro; ma le felicità dell’Inghilterra coprivano i debiti di onore e di fede. Tra le milizie napoletane si numeravano trecento soldati, già uffiziali, colà mandati a riscattare il fallo dell’essersi arruolati alle bandiere della repubblica partenopea, i quali sebbene combattessero animosamente e ne portassero i documenti nelle ferite o negli attestati dei loro capi, non bastando al