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LIBRO QUINTO — 1800. 295

giuliano, benchè vedesse le perdite, non raccoglieva i resti dell’esercito, non disponeva le ritirate, bramoso che lo scompiglio durasse. E difatti, avvisato da precursori che il generale Desaix con novemila soldati or ora giungerebbe a soccorso, ne mandò annunzio alle sue genti, accertò la vittoria, comandò che in ogni campo si resistesse al nemico: e le abbattute squadre resistettero.

Alle quattro ore dopo il mezzogiorno giunto Desaix, il primo console, correndo quelle file, diceva: «Abbiamo dato indietro assai passi; è tempo di avanzare, per poi riposare nella notte, come è nostro costume, ne’ campi della vittoria.» I resti più numerosi de’ Francesi accampavano a Sangiuliano ove Desaix venne, e dove il generale Zach andava, certo di vincere, con cinquemila soldati. Ma lo affrontò in ordinanza, quasi uscito di terra, esercito francese; ed essendo impossibile al Tedesco evitar la zuffa o aver soccorso, però che già da due ore i volteggiamenti delle due parti andavano soli, senza ordini, senza nesso, senza capo supremo, a consiglio di molti capi e della sorte, smarrisce, ma pur combatte con valore alemanno: muore Desaix; Kellermann, generale di Francia corre con mille cavalli sopra Zach, e tre volle traversando la linea de’ soldati, uccide, abatte ed imprigiona i resti col suo capo. Procedono lo stesso Kellermann, e Murat, e Boudet, che teneva le veci di Desaix, contro gli altri corpi, i quali vedendo la maravigliosa schiera tornano fuggitivi verso Marengo; i Francesi, che poco innanzi difendevano a mala pena il piccolo terreno dove trista ventura gli avea ridotti, prorompono nel piano, e uccidono e fugano i troppo assicurati vincitori. Così cambia della fortuna il favore e la faccia.

Si riparano i fuggitivi a Marengo e a Pedrabona, per dar tempo agli avanzi della disfatta di valicare la Bormida; e però combattendo sino a notte piena, quanti poterono ripassare il fiume posero il campo sotto Alessandria. Furono morti e feriti nella battaglia settemila dei Tedeschi; sette mila de’ Francesi; perderono inoltre i Tedeschi tremila prigionieri, venticinque cannoni, altre armi e bandiere; tra morti e feriti d’ambe le parti si contavano parecchi generali e numero grande di uffiziali minori; ma più compianta dalle schiere e dalla Francia fu la morte di Desaix. Il valore degli eserciti fu grande; il primo console non combattè; lentezza ne’ Tedeschi al mattino, ordinanze poco sapienti incontro alle ordinanze de’ Francesi, tutte le schiere tedesche impegnate, combattenti senza ultima riserva, nessuno assalto estremo, nessuna azione, facile nelle fortune, ardimentosa; e d’altra parte ostinato proponimento dei primo console, arrivo al maggior scopo del generale Desaix, sorte, destini, furono le cagioni della vittoria de’ Francesi.

La notte, dispensiera benigna di quiete, passava dolente al campo alemanno e dolentissima al capitano; nè riposavano i Franchi per-