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290 LIBRO QUINTO — 1800.

infame, che sebbene a quella razza scostumata non accrescesse vergogna, era pericolosa perchè arbitraria, ed ingiusta da che poneva ineguaglianza fra cittadini.

XVI. Poichè tornò, comunque in parte, la quiete del regno, il re, sperando il giudizio dei posteri da pietra muta più che dalle sue leggi e dalle istorie, diede carico all’insigne scultore Antonio Canova di ritrattarlo in marmo, in forme colossali e in fogge di guerriero. Ed instituì ordine cavalleresco, detto di San Ferdinando, dal suo nome, e del Merito perchè destinato ad insignire fra sudditi o stranieri i notati di fedeltà nelle guerre intestine dell’anno innanzi. La croce di argento e d’oro è terminata nelle quattro punte dal fior di giglio, sta nel mezzo effigiato il Santo in abito di re della Castiglia; il motto è Fidei et merito; il nastro, colore azzurro orlato di rosso. Il re gran-maestro, quindi gran-croci che non eccedono i ventiquattro, commendatori e cavalieri di piccola croce ad arbitrio del re. Gli statuti, quelli medesimi dell’ordine di San Gennaro, e pochi altri diretti a rimeritare i servigi di guerra. Con altra legge di tre mesi appresso il re aggiunse al nuovo ordine due medaglie in oro, in argento, per i gradi minori dell’esercito e dell’armata, concedendo con la medaglia pensione varia e non tenue. Furono cavalieri gran-croci tutti i reali della casa, i re più potenti di Europa, i personaggi più alti del regno; ma nei minori gradi l’ordine si macchiò, però che videsi al petto d’uomini che nelle armi della santa fede non cancellarono le infamie della vita.

Per le cose di Francia crescendo tuttodì la incertezza e timore, fu stabilito nel consiglio del re coscrivere poderoso esercito, comunque fosse scarsa la finanza e non bastevole a’ bisogni presenti dello stato. Si alimentavano molte milizie napoletane, viveva del denaro di Napoli nella impoverita Roma numeroso presidio, sostenevasi con gl’Inglesi il blocco di Malta, si nutrivano le squadre russe venute in gran numero per aspettar la fine di quel blocco. E frattanto i consiglieri del re, nelle cose civili arrischiati, proposero che fosse levato novello esercito e soccorsa la finanza dai popoli, debitori al re (si diceva) d’innumerevoli benefizii, ed a sè stessi della comune difesa. Per ciò fu prescritto: comporre di nuova milizia sessanta reggimenti, quarantaquattro di fanti, sedici di cavalieri; uomini in tutto sessantasettemila e duecentoventotto, e cavalli novemila settecentonovantadue; cannoni di campo centosettantasei. Dai resti delie antiche leve e da leva nuova (dieci soldati per mille anime) aver gli uomini; scegliersi a sorte chi dasse i cavalli ; ed i possidenti provvedergli di finimenti e di strami; le comunità fornire gli attrezzi militari e le armi per i fanti, le tende, le macchine di campo, i cannoni, le munizioni da guerra, e un mese di stipendio. Il servizio, se in pace, da guardie interne; e se in guerra,