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LIBRO QUINTO — 1799. 283

accompagnati da poche milizie ordinate e da parecchi squadroni di cavalieri che il colonnello Roccaromana comandava: Sciarpa, Pronio, Nunziante, Salomone, fra Diavolo, menavano senza gli ordini militari quelle genti, dodici migliaja; ma che variavano quando per i Romani che ad esse univansi, e quando per diserzioni da’ campi. Presero stanze, dopo leggieri azzuffamenti, ad Alfano e Frascati, correndo la sottoposta pianura verso Roma, dove il popolo tumultuava perchè pochi Francesi presidiavano la vasta città, e le insegne cristiane con la pompa della croce sventolavano a vista delle mura; ed il generale Rodio teneva pratiche interne per mezzo di un tal Giuseppe Clary, Romano, venuto partigiano al suo campo. Crescendo d’ora in ora i pericoli del presidio, esposto a doppia guerra, esterna e civile, il generale Garnier, ordinate nella notte del 10 di agosto le squadre assalitrici del campo borboniano e le guardie della città, uscì per due porte a’ primi albori; e con le arti di vecchia milizia e l’ardor francese, raddoppiando alle viste ed alle opere il numero de’ combattenti, fugò i primi posti, fugò i secondi: accrebbero i fuggitivi lo spavento e ‘l disordine; tutta l’oste cristiana, inabile all’aperto, confusamente si riparò nelle frontiere di Napoli: e Garnier, poste alcune guardie ad Albano e Frascati, tornò in Roma tra i plausi moribondi de’ repubblicani.

Imperciocchè le squadre alemanne che avevan preso per capitolazione la piccola città di Civita Castellana, e le squadre inglesi che stringevano di assedio Civita Vecchia, e milizie nuove ed ordinate che sotto il generale Bourcard erano venute da Napoli, strinsero la città di Roma ed obbligarono Garnier a trattare la cessione d’essa e dei castelli che nello stato romano i Francesi guardavano. Fu segnato l’accordo il 27 di settembre, con patti dei quali credo memorabili i seguenti:

«Libero ai Francesi di tornare in patria, non prigioni di guerra: libero ai partigiani loro di seguirli o restare in Roma sicuri delle persone e delle proprietà; i fatti di repubblica rimessi ed obliati; consegnata Roma alle schiere ordinate napoletane, Civita Vecchia alle inglesi; sgombere di Francesi le terre di Roma per il di 4 di ottobre, quelle milizie ritirandosi con gli onori di guerra.»

Mantenuta d’ambe le parti la capitolazione, il generale Garnier con indirizzo ai Romani disse: «La non mai ferma fortuna della guerra mi ha forzato agli accordi col nemico; voi troverete nel trattato nuovi documenti della lealtà repubblicana, e vedrete che ho in cuore gl’interessi di voi Romani quanto di noi Francesi; debitamente, perchè abbiamo causa comune alle venture o alle disgrazie. I fatti della repubblica romana sono rimessi e obliati, le persone sicure, i benefizii certi; qualunque di voi vorrà seguire le insegne francesi avrà ciò che è debito alla ospitalità e all’infortunio;