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260 LIBRO QUARTO — 1799.


«4°. Quelle condizioni e que’ patti saranno comuni alle persone de’ due sessi rinchiuse ne’ forti, a’ prigionieri repubblicani fatti dalle truppe regie o alleate nel corso della guerra; al campo di San Martino. »

«5°. I presidii repubblicani non usciranno dai castelli sino a che non saranno pronte a salpare le navi per coloro che avranno eletto il partire.»

«6°. L’arcivescovo di Salerno, il conte Micheroux, il conte Dillon e ‘l vescovo di Avellino resteranno ostaggi nel forte di Santelmo sino a che non giunga in Napoli nuova certa dell’arrivo a Tolone delle navi che avranno trasportato i presidii repubblicani. I prigionieri della parte del re, e gli ostaggi tenuti ne’ forti andranno liberi dopo firmata la presente capitolazione.»

Seguivano i nomi di Ruffo e Micheroux per il re di Napoli, di Foote per la Inghilterra, di Ballie per la Russia, e di....1 per la Porta; e per la parte repubblicana, di Massa e Megèan.

XXXVIII. Ne’ dì seguenti furono apprestate le navi. Un foglio del cardinale invitò Ettore Caraffa conte di Ruvo a cedere le fortezze di Civitella e Pescara alle condizioni de’ castelli di Napoli; ed un suo editto da vicario del re, bandiva esser finita la guerra, non più avere il regno fazioni o parti, ma essere tutti i cittadini egualmente soggetti al principe, amici tra loro e fratelli; volere il re perdonare i falli della ribellione, accogliere per fino i nemici della bontà paterna; e perciò finissero nel regno le persecuzioni, gli spogli, le pugne, le stragi, gli armamenti. Ma pure taluni, o veggenti o increscevoli del reggimento borbonico, vennero a dimandare imbarco; e su le navi ch’erano preste, imbarcarono. Del campo di San Martino pochi rimasero in città, molti andavano in Francia; e cosi uscendo da’ castelli coi pattoviti onori, i due presidii si spartirono tra ’l rimanere (ed erano pochi) e il partire. Non mancava dunque a salpare che il vento, sperato propizio nella notte.

Quando visto il mare biancheggiar di vele fu creduto l’arrivo della Gallo-Ispana; e perciò tra i repubblicani imbarcati scoppiò cordoglio comune, e rimproveri vicendevoli; andò più alto la fama di Manthonè, il quale aveva sempre biasimato la resa de’ castelli, e chiamato viltà in qualunque infima sorte darsi schiavo al nemico, quasi mancasse la libertà del morire; ma erano quelle navi dell’armata di Nelson, che arrivò al golfo prima che il sole tramontasse. Nella notte levatosi favorevole vento a navigare per Francia, i preparati legni non salparono, ed al vegnente giorno, mutando luogo nel porto, andarono sotto al cannone del castel dell’Ovo, tolto i ti-

  1. Manca nell’originale. Carlo Botta dice, Kerandy per la Russia, Bonieu per la Porta. (Editore.)