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224 LIBRO QUARTO — 1799.

stati della Toscana, e che il gran duca Ferdinando III con la famiglia ne usciva. Il direttorio francese, insaziabile di conquiste, dopo invasi gli stati di Lucca, dimandò ragione al governo toscano delle ostilità manifestate nel ricevere le schiere napoletane contrarie alla Francia, e nel dare asilo al pontefice Pio VI. Il gran duca rispose che non mai nemicizia nè sdegno contro la repubblica, ma forza, e però necessità de’ più deboli, era stato motivo alla pazienza di ricevere l’armi napoletane nel porto di Livorno, minacciato da forti navigli siculi e inglesi: e in quanto al pontefice, che nessun atto vietando dargli ricovero, era debito di principe cristiano concederlo al capo della cristianità, vecchissimo e misero. Benchè laudabili e vere le discolpe, e di già cominciate le avversità delle armi francesi su l’Adige, così che bisognava raccorre non già dissipare gli eserciti della repubblica, prevalendo l’avidità del direttorio e del generale Scherer duce supremo in Italia, andò contro Firenze una legione francese che il generale Gauthier dirigeva; e giunta presso alle mura, intimò per araldo la resa della città. Ma Ferdinando III, rassegnato alle necessità del tempo, mandò in risposta I editto seguente:

«A miei popoli.

«Vengono in Toscana armi francesi. Noi riguarderemo come prova di fedeltà e di amore de’ nostri l’obbedienza al comando delle autorità, il mantenimento della quiete pubblica, il rispetto a’ Francesi, la diligenza di evitare gli sdegni de’ novelli dominatori. Per le quali cose crescerà, se d’incremento è capace, il nostro affetto verso i nostri popoli.»

Dopo ciò l’armi francesi entrarono a Firenze; il gran duca, nel dì seguente 27 di marzo, ne partì; la quiete non fu turbata. Per i quali successi, vedendo allargati in Italia i dominii e le parti di repubblica, si rallegrò il governo di Napoli. Ultima contentezza; imperciocchè da quel dì non giunse nuova se non mesta.

CAPO SECONDO.

Sollevazioni de’ Borboniani nelle province. Geste del re di Sicilia e degl’Inglesi contro la repubblica. Geste in difesa di lei.

XI. Cessato lo sbalordimento del quale i Borboniani furono presi per la guerra infelice, la patita conquista ed il nuovo stato, e non repressi i primi tumulti nelle province da’ battaglioni francesi sempre annunciati, non mai visti, sursero le scontentezze discorse nel precedente capo; e in varii punti dello stato, ribellioni e armamenti. Stavano le moltitudini contro gli ordini nuovi; per la op-