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LIBRO QUARTO — 1799. 215

opera di tre anni; in Napoli, di un giorno; i bisogni politici furono in Francia manifesti da’ tumulti; in Napoli erano ignoti o mancavano; soddisfare in Francia a quei bisogni era mezzo e riuscita alle imprese; in Napoli occorreva indovinare i desiderii, anzi destarli nel popolo, per aver poscia il merito di appagarli. Il re in Francia era spento; erano spenti i sostenitori di monarchia, o fuggitivi; il re di Napoli regnava nella vicina Sicilia, rimanevano tra noi tutti i partigiani del passato. La baronia, contraria; i nobili partigiani di repubblica (figli, non capi delle famiglie), poco validi a muovere gli armigeri de’ feudi; i preti impauriti dagli strazii del clero francese, i frati temendo lo spoglio de’ conventi; i curiali, la rivocazione di quella congerie di codici eh era per essi talento e fortuna. E infine a noi mancavano (e abbondavano in Francia) le difese della libertà, che sono le virtù guerriere e le cittadine ambizioni; e a noi mancava la legittimità del rivolgimento; perciocchè non veniva da parlamenti, stati-generali, assemblee, autorità costituite, moto uniforme di popolo; ma da sola conquista e non compiuta: condizione che allontanava dal nuovo governo gli animi paurosi e metodici.

IV. Ma benchè le regole dovessero variare da quelle di Francia, noi le vedremo uniformi; sia necessità di tempi o ebbrezza delle fortune francesi o, come più eredo, in tanta copia ne’ rappresentanti nostri d’ingegno o di sapienza, scarsità dell’ingegno delle rivoluzioni, e della sapienza de’ nuovi stati. Que’ rappresentanti erano settarii antichi di libertà, afflitti la più parte nelle prigioni di stato, ed oggi appellati Patriotti per nome preso di Francia, onde schivare l’altro di giacobino, infamato da’ mali fatti di Robespierre. Fu primo pensiero del governo spedire alla repubblica francese oratori di gratitudine per gli avuti benefizii, ed ambasciatori di amicizia e di alleanza; scegliendo a quegli offici il principe d’Angri, grande di casato e di ricchezza; ed il principe Moliterno, anch’egli nobile e fornito di pregi giù belli, cioè buona fama ed alcun fatto nelle armi, lontano da’ club, capo sincero del popolo nella ultima guerra contro i Francesi, e quando la plebe imperversò, fuggitivo non traditore, ma dava sospetto al giovine governo, così che, onorandolo pel carico di ambasciatore, lo discacciò. Il duca di Roccaromana, propenso a femminili lascivie, avendo scarse le forze alle ambizioni del dominio, restò scordato negl’inizii della repubblica. I sensi che prima spuntarono in quel governo furono dunque i sospetti; innati a reggimento libero, stimoli alla virtù ne’ grandi stati, alle discordie nei piccoli, e perciò dove sostegno e dove precipizio di libertà.

Un decreto divise lo stato in dipartimenti e cantoni, abolendo La divisione per province, e mutando i nomi per altri antichi di memorate memorie. In esso i fiumi, le montagne, le foreste, i termini di natura, si vedevano capricciosamente messi nel seno de’ diparti-