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148 LIBRO TERZO — 1793.

era scaltrezza del governo francese incitare i popoli a libertà per averli compagni ai pericoli ed alla guerra, La Touche più infiammò quelle giovani menti, consigliò secrete adunanze; e in una cena, tra le allegrezze de’ desiderii e delle speranze, i convitati appesero al petto piccolo berretto rosso, simbolo allora de’ giacobini di Francia. Sapeva il governo di Napoli quelle colpe, ma ritardava il castigo per aspettar la partenza dell’ospite importuno; accelerò il raddobbo delle navi, diede viveri, condusse l’acqua purissima di Carmignano a’ bisogni della flotta sino alla punta del molo.

VIII. La flotta salpò; il trattenuto sdegno sfogò in vendette o te preparava. Presi nella notte e menati in carcere molti di coloro che praticarono co’ Francesi, ed altri per sospetto di maestà; tenute secrete le sorti loro, così che i parenti, gli amici, le voci popolari li dicevano uccisi nelle cave delle fortezze, o mandati ne’ castelli delle isole più lontane della Sicilia: tardi si udì che stavano chiusi ne sotterranci di Santermo, mangiando il pane del fisco, dormendo a terra ed isolati, ognuno in una fossa. Erano dotti o nobili, usati agli agi del proprio stato ed alla tranquillità degli studii. Custodi spietati, che dovrò nominare quando i tempi si faranno peggiori, eseguivano que’ feroci comandamenti con zelo ferocissimo. E la regina sospettando che presso all’ambasciatore di Francia fossero le fila e i nomi della creduta congiura, fece involargli le carte da Luigi Custode, che usava nella casa di Makau; accusato del furto, tradotto in giudizio, fu assoluto dai giudici, premiato dalla corte. Non furono trovati fra quelle carte o nomi o documenti della congiura; bensì le note de’ mancamenti del governo napoletano alla fermata neutralità. Ma, non ostante, il re creò tribunale per i colpevoli di maestà, detto giunta di stato, di sette giudici ed un procurator fiscale, Basilio Palmieri, noto per pratiche rigorose; e tra’ giudici, il cavaliere de Medici, il marchese Vanni, e ’l caporuota Giaquinto, poi chiari per patite o esercitate iniquità. Crebbe il numero de’ prigioni; la giunta e la polizia formavano in secreto i processi; stava la città spaventata. E vendette più vaste meditava la regina su la Francia co’ modi generosi di buona guerra. Per i provvedimenti poco innanzi descritti le milizie assoldate montavano a trentaseimigliaja, ed il navilio a centodue legni di varia grandezza, portanti seicentodiciotto cannoni e ottomilaseicento marinari di ciurma. Non riposavano le armerie e gli arsenali, e continuavano le nuove leve, agevolate dalla fame, poco men dura in quell’anno 1793 dell’altra che nel precedente libro ho descritta, correndo l’anno 1764; nè furono migliori le provvidenze, non essendo bastato il lungo tempo e le infelici pruove ad assennare i reggitori che non il comando e non la forza, ma il privato guadagna e la libertà, sciogliendo i monopolii, apportano a’ mercati pienezza, ed alle fantasie del popolo tranquillità; la