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LIBRO SECONDO — 1788. 125


«I quali magistrati, detti Seniori, verranno eletti in solenne adunanza, civile da’ capi-famiglia, per bossolo secreto e maggioranza di voti. Concorderanno le contese civili, o le giudicheranno; le sentenze, in quanto alle materie delle arti della colonia, saranno inappellabili; puniranno correzionalmente le colpe leggiere; veglieranno all’adempimento delle leggi e degli statuti. L’uffizio di Seniore dura un anno.

«I cittadini di San Leucio per cause d’interesse superiore alla competenza de’ seniori, o per misfatti, saranno soggetti a’ magistrati ed alle leggi comuni del regno. Un cittadino, dato come reo a’ tribunali ordinarii, sarà prima spogliato secretamente degli abiti delia colonia; ed allora, sino a che giudizio d’innocenza nol purghi, avrà perduto le ragioni e i benefizii di colono.

«Ne’ giorni festivi, dopo santificata la festa e presentato il lavoro della settimana, gli adatti alle armi andranno agli esercizii militari; perciocchè il vostro primo dovere è verso la patria; voi col sangue e con le opere dovrete difenderla ed onorarla.

«Queste leggi io vi dò, cittadini e coloni di San Leucio. Voi osservatee, e sarete felici.»

Per leggi tanto buone prosperò la colonia ed arricchì. Nata di 214 coloni, è oggi, dopo quarant’anni, di 823. Le opere d’arte sono eccellenti; gli operai furono felici sino a che le pesti delle opinioni politiche e de sospetti non penetrarono in quel recinto d’industria e di pace. Ma quando il codice apparve, generò maraviglia nel mondo, contentezza ne’ Napoletani, i quali benchè sapessero non essere dal re que’ concetti, ne desumevano speranza di vedere allargati nel regno i principii governativi della colonia.

XXXIV. Due figlie del re, Maria Teresa e Luigia Amalia erano pervenute ad età da marito; ed ii figlio erede, Francesco, aveva dodici anni, allorchè la casa pensava di annodare con tre matrimonii nuove parentele. Sparita per la morte di Carlo III fin l’ombra dell’autorità spagnuola su la corte di Napoli, e niente pregiata la casa borbonica di Francia: la regina, libera di esterni riguardi e potente su la volontà del marito, strinse per tre legami una sola amicizia; maritando le due principesse a due arciduchi austriaci (Francesco e Ferdinando), e l’arciduchessa Maria Clementina di quella casa al principe Francesco di Napoli. Ma intervenne la morte acerba di Giuseppe II, nel febbrajo del 1790.

Suecedutogli Leopoldo gran duca, il suo primo figlio Francesco restò a Vienna speranza dell’impero; e Ferdinando, secondo nato, venne in Toscana gran-duca. Migliorate perciò le sorti delle due spose principesse, furono gli apparecchi accelerati; e nell’anno medesimo 1790 i sovrani di Napoli con le figlie andarono a Vienna dove si celebrarono i due sponsali; e si fermò il terzo, aspettando