Pagina:Storia del reame di Napoli dal 1734 sino al 1825 I.pdf/133


LIBRO SECONDO — 1788. 123

avvenuta il 14 del dicembre di quell’anno: e sebbene fosse succeduto Carlo IV fratello del nostro re, mancava alla potenza della casa il senno e ’l nome del defunto monarca, indi a pochi giorni morì l’infante Gennaro, e poco appresso l’infantino Carlo; gli stessi funerali, nella reale cappella celebrati, mostravano le immagini e i nomi del padre e di due figliuoli del re; cumulo di dolori che in casa privata cagionerebbe interminabile mestizia. Ma otto figliuoli viventi consolavano la reggia; era pregnante la regina; e quegl’infortunii avvenivano in famiglia di re, ne’ quali, per gli usi della vita e le distrazioni delle corti, sono deboli gli affetti che diciamo del sangue.

Più compianta dall’universale., in quell’anno medesimo 1788, fu la fine di Gaetano Filangieri, in età di anni trentasei; Lasciando incompiuta, ma per secoli durevole, l’opera che intitolò: Scienza della Legislazione. Amaramente lo piansero gli amici e i sapienti; ma venne tempo crudelissimo (nè lontano) che vedendo inorti per condanna o ne’ martorii altri uomini, quanto il Filangieri, egregi in doitrina e in virtù si consolarono di quella morte che per immaturità precedette alla tirannide.

XXXIII. La mente del re non migliorò dalla vista di altri paesi e governi; egli non curando le costituzioni, le leggi, gli avanzamenti o decadenza degl’imperii, poichè in nessun luogo avea veduto le bellissime apparenze della sua Napoli, tornò più amante dei proprio regno, più spregiatore degli altrui; il quale o sentimento errore ch’egli aveva comune co’ soggetti, ne’ popoli civilissimi o negli ancora barbari va confuso con l’amore di patria. Ma, comunque fosse il re, egli doveva alle usanze di quella età qualche regia grandezza; i palagi e i monumenti con gravi spese da lui compiuti, principiati dal padre, stavano a gloria di Carlo; i due teatri del Fondo e di San Ferdinando, alzati nel suo regno, davano a lui poca fama, in confronto della magnifica derivata al precessore dal teatro grandissimo di San Carlo; e l’altro edifizio detto i Granili al ponte della Maddalena, gli apportava biasimo, non laude; le buone leggi, la mantenuta giurisdizione incontro al papa, non generate dalla sua mente, e cominciate prima del suo regno, onoravano i consiglieri e i ministri. E perciò, ripetendo gli applauditi esempii delle colonie da lui mandate alle isole deserte della SIcilia, immaginò di fondare miglior colonia per le arti, in luogo poco lontano dalla reggia di Caserta. Scelse il colle detto di San Leucio, dove alzò molte case per abitazione de’ coloni, altre più vaste per le arti della seta, e poi l’ospedale, la chiesa e piccola villa per proprio albergo. Artefici forestieri, macchine nuove, ingegnosi artifizii con grandi spese provvide; e, ciò fatto, vi raccolse per inviti e libera concorrenza trentuno famiglie, che formavano un