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ne de’ Langobardi. Questo Guntranno, di cui parlammo, era un re pacifico, e tutto pien di bontà. Del quale a noi piace inserire brevemente nella storia nostra un fatto maraviglioso, tanto più che sappiamo che nella storia dei Franchi non si trova descritto. Questi adunque, in un certo tempo essendo andato alla caccia in un bosco, dispersi qua e là, come suol farsi, i compagni, ed essendo egli rimasto con un solo suo fedelissimo, oppresso da gravissimo sonno, chinò il capo sulle ginocchia di quel suo fedele, ed ivi s’addormentò. Quando dalla bocca di lui uscito fuori un piccolo animale a guisa di rettile, si mise a far prova di passare uno stretto rigagnolo, che scorrea da vicino1. Allora quegli, nel cui grembo il re riposava, tratta la spada dal fodero, la poggiò a traverso del predetto rigagnolo; sicchè sopra di quella passò il rettile all’altra parte. Il quale da poi che non lunge entrò in una certa buca del monte, tornatosene fuori ripassò sulla stessa spada il rigagnolo, e di nuovo s’introdusse nella bocca di Guntranno, da cui n’era uscito. Do-

  1. Propter discurrebat. Altri qui prope; ed è più netta lezione.